A partire dagli anni ’70, la storia dell’economia mondiale è stata dominata dalla vivace e dinamica Asia dell’Est: dal Giappone alla Corea del Sud fino all’attuale potenza economica della Cina. L’Europa, al contrario, può sembrare molto meno vitale. Ma ciò ignora il prossimo grande vantaggio competitivo dell’Europa dalla costruzione di un’economia post-carbonio.
La straordinaria crescita dell’Asia orientale è stata notevole, levando milioni di persone dalla povertà e spingendo il mondo verso l’era digitale. La società sta affrontando una serie di sfide esistenziali, poiché i cambiamenti climatici creati dall’uomo minacciano vite, ecosistemi e intere culture. Viene affrontata l’urgente necessità di rielaborare le varie economie in modo da immettere meno carbonio nell’atmosfera e produrre semplicemente meno materiale. Quindi, c’è bisogno di un’economia circolare che riutilizza, rielabora, ricicla e ripensa.
La sfida climatica è urgente e avvincente. Il mondo sta iniziando a voltare le spalle a quelle economie e società costruite sul carbonio e sui rifiuti. Le risorse sono sempre più scarse, e la loro disponibilità o sicurezza non può essere data per scontata, che si tratti di acqua o cacao, metalli o grano. Trattare con i rifiuti coinvolge le vite delle persone e l’intero pianeta, sia che si tratti di plastica nell’oceano o di tossine che filtrano nelle riserve idriche.
Ma la ragione più intrigante è che è un buon affare. Raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile apre ad un premio economico stimato in oltre 11 trilioni di dollari. Le aziende che possono fare di più con meno hanno un enorme vantaggio competitivo rispetto a quelle che devono cercare risorse costose e pagare per l’inquinamento che generano.
Non sorprende che la Finlandia, e l’Europa, siano in prima linea in questo. L’ascesa e la caduta della finlandese Nokia fornisce la prova della necessità di comprendere e adattarsi al modo in cui il mondo sta cambiando. L’Europa è estremamente dipendente dalle importazioni, facendo molto affidamento sulle catene di approvvigionamento globali che potrebbero non essere così affidabili in futuro. Le sue società sono vulnerabili sia alle scarsità fisiche che ai cambiamenti nei fondamentali, come i tassi di cambio.
La voce che si alzata per un’economia circolare viene ascoltata in Europa sia a livello governativo che a livello aziendale. Attraverso progetti come la piattaforma di accelerazione dell’economia circolare, i settori pubblico e privato stanno lavorando insieme, cercando innovazioni, modelli di business e idee che sosterranno le economie e le società post-carbonio.
È qui che le opportunità di crescita economica reale risiedono nel XXI secolo e perché l’Europa ha un ruolo economico così importante e vibrante da utilizzare in un mondo post-carbonio vulnerabile e persino di risorse più scarse. Anche se l’economia attuale sembra dominata dai tassi di crescita dell’Asia orientale, l’Europa sta mostrando di essere un passo avanti nel mondo economico più circolare del futuro.