Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto le sue stime per la crescita economica in Italia: è la prima volta che accade da un anno a questa parte. Gli analisti del Fondo hanno però detto che il governo non avrebbe contrastato lo sviluppo con i nuovi programmi politici sulla crescita. Comunque le stime per la crescita economica vengono ridotte un po’ in tutta Europa, poiché gli economisti hanno iniziato a considerare gli impatti dell’aumento dei dazi su acciaio, alluminio e altri prodotti dagli Stati Uniti.
Oltre ad abbassare le stime per la crescita in Italia, il Fondo monetario internazionale ha dichiarato di ritenere che la crescita economica sia in Germania che in Francia, due economie più grandi del nostro paese, potrebbe essere influenzata negativamente dai dazi statunitensi. Il FMI ha previsto che la situazione potrebbe essere particolarmente difficile in Italia, dove “l’incertezza politica” e l’attenuazione della domanda interna di prodotti vengono considerati fattori importanti.
Alessandro Polli, economista e statistico all’Università La Sapienza di Roma, ha affermato: “Le proiezioni rilasciate dal FMI non sono il problema: quello vero è la tendenza che le proiezioni riflettono. L’economia italiana, che fa molto affidamento alle esportazioni, viene ulteriormente penalizzata dal rallentamento delle economie dei partner commerciali europei”.
Il FMI ha previsto un rallentamento abbastanza contenuto, affermando che l’economia italiana sarebbe cresciuta dell’1,2% quest’anno, rispetto alla precedente previsione dell’1,5%. Per il 2019, la crescita sarà dell’1%, rispetto alla precedente previsione dell’1,1%. Per quanto riguarda l’intera Unione europea, il FMI vede la crescita rallentare al 2,2%, rispetto al 2,4% precedente; per il 2019, la crescita sarà dell’1,9%. Le previsioni sulla crescita dell’intera economia mondiale quest’anno sarà del 3,9%, invariata rispetto alle previsioni precedenti.
Finora, la maggior parte delle altre organizzazioni multilaterali e le agenzie di rating hanno rilasciato le loro previsioni per quest’anno e per il prossimo invariate, ma le cose potrebbe cambiare nelle prossime settimane.
Polli ha concordato che gli ultimi sviluppi difficilmente cambieranno le politiche economiche del governo italiano, il quale finora si è concentrato su questioni legate alla migrazione e al ruolo del paese all’interno dell’Unione europea. Infatti, Polli ha dichiarato che “nonostante le previsioni che vedono l’economia italiana crescere di 0,3 punti percentuali in meno, il governo italiano, pur mirando ad una forte crescita, difficilmente cambierà le proprie politiche in modo rapido”.
I sondaggisti hanno affermato che, se la crescita economica più lenta sarà sostenuta per un lungo periodo, potrebbe contribuire ad erodere il sostegno politico per il nuovo governo. Finora, questo sostegno è rimasto per lo più costante da quando è entrato in carica il nuovo governo Lega-Movimento Cinque Stelle.