Perché la Crimea è una regione così importante per la Russia? Cosa ha spinto la nazione a mettersi contro mezzo mondo dopo l’intervento militare nella vicina Ucraina del 2014, con la conseguenza di pesanti sanzioni economiche? A prima vista, parliamo di un lembo di terra se paragonato alla vastità geografica russa. Eppure la zona occupa una posizione strategica: estendendosi sul Mar Nero, funge da base per la marina russa.
Quasi subito dopo l’annessione, Putin parlò di un progetto ambizioso: la costruzione di un ponte sullo stretto di Kerch. La lunghezza stimata era di circa 18 km, rendendolo di fatto il più lungo d’Europa. L’apertura del ponte alla circolazione stradale è avvenuta la scorsa settimana per mano dello stesso Putin; la tratta ferroviaria invece sarà aperta nei primi mesi del 2019.
Naturalmente, le condanne da parte degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei non sono mancate. Nell’apertura di questo ponte, vedono il flagrante tentativo da parte della Russia di rafforzare ulteriormente la sua posizione su un pezzo di terra sequestrato illegalmente all’Ucraina.
Con quattro corsie stradali e la previsione che saranno circa 14 milioni le persone che lo attraverseranno, il presidente russo intende aiutare ad integrare meglio la Crimea alla Russia.
Il ponte è un toccasana per i residenti della Crimea, in gran parte filo-russi, ma che hanno sofferto a causa degli alti prezzi sulle merci dopo che sono stati annessi alla Russia.
Adesso i camion posso coprire la distanza in soli 20 minuti, il che riduce significativamente il tempo impiegato dai traghetti per raggiungere la Crimea dalla Russia continentale, rafforzando così l’economia della penisola. La televisione di stato russa ha parlato di una crescita del 2-3% del PIL della Crimea nel prossimo anno e una riduzione del 15% del costo delle merci. Il ponte servirebbe anche a migliorare il turismo.
L’economia della Crimea è tradizionalmente legata alla pesca, ma sin dall’annessione l’industria ha subito grosse perdite poiché l’Ucraina, principale consumatore, non è stata più un’opzione praticabile. Lo sguardo si rivolse quindi alla Russia continentale, ma l’unico modo che avevano le merci di trasferirsi nel paese era tramite i traghetti, un affare davvero costoso. I prezzi dei traghetti si alzarono; nel 2014 la richiesta era quasi 1.000 euro per camion.
Sebbene la situazione si attenuò con il governo russo che sovvenzionò il transito a 200 euro per camion, c’era ancora molto da chiedere finanziariamente alla Crimea per coprire quella distanza di 18 kg. Inoltre, i Crimeani non riuscirono a valutare il prezzo dei loro prodotti nei confronti dei russi, in quanto lo stesso pesce veniva pescato nella parte del Mar Nero appartenente alla Russia, rendendo irrilevante l’esportazione della Crimea.
Grazie adesso all’apertura del ponte, il futuro economico della popolazione peninsulare appare più roseo. L’aspettativa è di un turismo in crescita e di un settore della pesca dai forti guadagni; nel frattempo, la Russia investirà svariati milioni nelle infrastrutture anche in Crimea.