Il Reddito di inclusione (REI) è ufficialmente realtà. Il decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 ottobre scorso e dà di fatto il via libera a uno strumento molto atteso dalle famiglie italiane. Il REI va a sostituire degli strumenti per il sostegno al reddito che esistono già, e immette in circolo 300 milioni di euro che permetteranno, nel 2018, di erogare un sussidio a 650 mila famiglie.
Il REI toglie quindi di torno l’assegno di disoccupazione Asdi e il Sostegno per l’inclusione attiva (noto anche come SIA), pertanto rappresenterà l’unico grande strumento di contrasto alla povertà valido su tutto il territorio italiano.
REI: guida ai requisiti
Il sussidio in questione verrà erogato mensilmente e consisterà in una cifra variabile a seconda del nucleo familiare interessato. Famiglie con un solo componente percepiranno quindi 187.50€, fino a salire a 294.50, 382.50, 461.25 e 485.41 per famiglie rispettivamente composte da 2, 3, 4 e 5 o più componenti. Il tetto massimo di 485€ circa andrà quindi ad applicarsi ai nuclei familiari più numerosi. E’ chiaro però che per poter ricevere il sussidio occorrerà soddisfare diversi requisiti.
La concessione del REI quindi sarà vincolata alla residenza in Italia per almeno due anni consecutivi, a un Isee inferiore a 6 mila euro e a un Isre inferiore a 3 mila euro. Inoltre i beneficiari non dovranno avere intestato un patrimonio mobiliare da più di 6 mila euro e un patrimonio immobiliare da più di 20 mila euro (prima casa esclusa).
Soddisfatti tutti questi requisiti, bisogna superare l’ultimo scoglio: la legge prevede che il REI sia corrisposto a quei nuclei familiari che al loro interno hanno un minore, un disabile, una donna incinta o un disoccupato over 55 che non percepisce la NASPI.
REI: come fare la domanda
Per fare richiesta del Reddito di Inclusione occorre recarsi presso il proprio Comune di residenza a partire dal 1° dicembre di quest’anno (se tutto andrà per il verso giusto, l’erogazione partirà già dal 1° gennaio 2018). L’assegno mensile verrà corrisposto su un’apposita carta utilizzabile come una normale prepagata, quindi sia per fare acquisti sia per effettuare prelievi. Per non decadere dal beneficio occorre però seguire dei programmi di reinserimento lavorativo e/o di formazione professionale mirati appunto al superamento dello stato di povertà.