La pensione anticipata potrebbe slittare coi tempi. Sembra infatti che la famosa Ape stia decidendo di farsi attendere, e anche i tentativi di accelerazione mossi nelle ultime ore non sembrano in grado di dare una spinta alla questione: alla fine l’Ape difficilmente sarà davvero utilizzabile prima del 2018. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato il decreto attuativo da più di un mese, ma nonostante questo la legge non riesce proprio a partire perché è la Corte dei Conti a tenerla bloccata.
Tra l’altro anche dopo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale si rendono necessari alcuni passaggi fondamentali: in primo luogo la firma degli accordi quadro con le banche e le assicurazioni, che ovviamente servono perché saranno loro a dover anticipare il prestito pensionistico al lavoratore che ne farà richiesta. Ecco quindi che in questo torna a farsi vivo il ruolo del governo, che oltre a firmare il decreto attuativo (come ha fatto) deve anche redigere una convenzione con l’Abi per definire un po’ il funzionamento del prestito in questione, con tutto ciò che ne consegue in quanto a tassi, oneri vari e formule assicurative.
C’è poi un altro elemento che tiene bloccato il provvedimento, vale a dire le istruzioni Inps che devono ancora essere pubblicate. Dopo tutto questo iter che abbiamo appena visto, infatti, l’Istituto di previdenza dovrà chiarire i termini di invio e di accettazione della domanda e quindi dovrà prevedere un arco temporale nel corso del quale gli aventi diritto potranno inoltrare la loro istanza (e l’Inps, dal canto suo, valutarla).
Insomma, ci sono diversi elementi che un po’ per via del governo, un po’ per via della Corte dei Conti e un po’ per via dell’Inps tengono in ostaggio l’Anticipo Pensionistico. Una formula di cui si è parlato per mesi e mesi e che ha visto passare sotto di sé due legislature differenti (quella Renzi e quella Gentiloni), salvo poi appunto arenarsi proprio “sul più bello”.
In ogni caso, quando finalmente verrà data la possibilità di presentazione della domanda, sarà anche possibile chiedere il trattamento retroattivo della stessa, cioè a partire dallo scorso maggio. D’altronde le note che stanno circolando sono piuttosto chiare nel merito: “Chi ha maturato i requisiti di accesso all’Ape in una data compresa tra il primo maggio 2017 e la data di entrata in vigore del decreto può richiedere, entro 6 mesi dall’entrata in vigore dello stesso, la corresponsione dei ratei arretrati maturati a decorrere dalla suddetta data di maturazione dei requisiti”.