Trovare lavoro al giorno d’oggi può trasformarsi in una vera e propria impresa, ma potrebbe diventare più facile se si conoscono le esigenze delle aziende. Ecco allora che in un Paese che come l’Italia ha un tasso di disoccupazione molto importante, capire quali sono i lavori più ricercati può aiutare molto nella ricerca di un’occupazione.
A fornire una mano in tal senso, basandosi sui dati compresi tra agosto e ottobre, è un’indagine Excelsior realizzata da Unioncamere con il supporto dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro. Questa indagine ci dice infatti quali sono i lavori più ricercati dalle aziende, quei ruoli per i quali sembra sia sempre più difficile riuscire a trovare persone, conoscenze e competenze adeguate.
Tra le professioni più ricercate dalle imprese, nel settore dei servizi e dell’industria, ci sono gli ingegneri, gli esperti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali; ma anche economisti, tecnici informatici, traduttori, interpreti e formatori non sono così facili da trovare. Le imprese sono alla (disperata) ricerca di questo tipo di lavoratori nel campo delle attività commerciali e dei servizi (27.6%), nel settore conduttori di impianti e macchinari (14.8%) e nel comparto artigiani e operai specializzati (12%).
Allo stato attuale sono più di 800mila le posizioni aperte che non si riesce proprio a coprire, e nel 34.2% dei casi la ricerca è indirizzata proprio ai più giovani, cioè a quelli che insieme agli over 50 sono i più colpiti dalla disoccupazione dilagante. Tra agosto e ottobre 2017 la difficoltà di reperimento stimata è aumentata al 24.2%, mentre nel periodo luglio-settembre la difficoltà delle imprese di trovare forza lavoro qualificata era stimata nella misura del 20.6%.
Le aziende in maggiore difficoltà da questo punto di vista sono quelle metalmeccaniche ed elettroniche (44% di difficoltà di reperimento), ma anche quelle operanti nell’informatica e nelle telecomunicazioni, così come quelle metallurgiche (rispettivamente 41% e 40%). Le Regioni più colpite, invece, sono quelle del Nord: Friuli Venezia Giulia (31%) e Veneto (28.4%) sono le parti d’Italia dove domanda e offerta di lavoro non riescono a venirsi incontro.