Ci siamo quasi. Il governo è pronto a dare il via libera all’anticipo pensionistico volontario. Dopo l’approvazione dell’Ape Sociale, infatti, il premier Paolo Gentiloni ha annunciato la volontà di portare a termine il percorso sull’Ape volontario entro questa stessa estate.
Come funziona l’Ape volontario
La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2017, dà la possibilità ai soggetti con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi di lasciare anticipatamente il posto di lavoro. I criteri dell’Ape volontario prevedono però che l’anticipo non possa essere superiore a 3 anni e 7 mesi rispetto al naturale pensionamento di vecchiaia.
Il lavoratore che deciderà di avvalersi di questa possibilità, durante la fase di pensionamento anticipato riceverà un reddito sotto forma di prestito: in sostanza sarà la banca ad erogargli le varie mensilità. Una volta scattati i requisiti per la pensione di vecchiaia, il lavoratore (a quel punto pensionato) dovrà rimborsare il prestito ricevuto con delle piccole rate mensili.
Ape volontario: importi e limiti
Per quanto riguarda l’entità dell’anticipo, questa varia in relazione ai mesi di anticipo richiesti. Ad esempio, per anticipi inferiori a 12 mesi si potrà ottenere il 90% della pensione netta; per anticipi compresi tra i 12 e i 23 mesi si potrà ottenere non più dell’85%; dai 24 ai 35 mesi si scende all’80%, e per anticipi superiori a 35 mesi si potrà ottenere un anticipo di massimo il 75%.
In termini pratici significa che un lavoratore che dovrebbe percepire una pensione netta di 2.000 euro, potrà chiedere un’Ape del valore massimo di 1.500 euro mensili qualora l’anticipo sia superiore a 35 mesi; e per gli stessi calcoli di cui prima, l’importo massimo ottenibile salirà a 1.700 euro nel caso in cui l’anticipo sia di soli 12 mesi.