L’IRAP è l’imposta regionale sulle attività produttive. Come dice il nome stesso, si tratta di un’imposta che colpisce il valore della produzione realizzato dalle aziende italiane, laddove per valore della produzione si intende la differenza tra ricavi e costi della gestione caratteristica. Proprio per questo, cioè per il fatto che colpisce la produzione aziendale, l’IRAP è ad oggi una delle imposte più odiate dagli imprenditori italiani.
La riforma messa in campo dal governo Renzi però ha migliorato sensibilmente le cose, poiché ha introdotto una serie di esenzioni e deduzioni sulla componente lavoro, facendo sì che l’equazione “+ forza lavoro = + IRAP” non divenisse più così scontata.
Dal 1° gennaio 2017 l’aliquota IRAP ammonta al 4.82%, anche se le regioni hanno comunque la possibilità di applicare un’aliquota più alta o più bassa rispetto a quella nazionale. Le regioni hanno il potere di aumentare o di abbassare questa aliquota di un punto percentuale, a seconda anche della tipologia di impresa che si considera.
La dichiarazione
Il documento attraverso cui si presenta la dichiarazione IRAP è appunto il modello IRAP. Nel caso delle persone fisiche, delle società semplici, delle società in nome collettivo e delle società in accomandita semplice, il documento va presentato entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello a cui il periodo di imposta si riferisce. I soggetti Ires e le amministrazioni pubbliche invece devono presentare la dichiarazione entro il nono mese successivo a quello di chiusura del periodo di imposta.
Quando e come si paga
L’IRAP, esattamente come molte altre imposte, viene pagata attraverso un sistema di acconti e saldi. Quindi il 16 di ogni anno bisogna versare il saldo dell’anno precedente e il primo acconto per l’anno seguente, mentre entro il 30 novembre di ogni anno bisogna provvedere al pagamento del secondo acconto per l’anno successivo. Il pagamento può esser fatto tramite modello F24 con dei codici tributo che variano a seconda dei casi.