Si vive sempre più a lungo. Secondo i dati Istat è stato appurato che entro il 2065 gli uomini raggiungeranno gli 86 anni di età, mentre le donne i 90. Si tratta senza ombra di dubbio di un trend alquanto positivo, naturalmente se accompagnato da una buona salute.
Per un futuro tranquillo, dunque, è meglio muoversi in tempo. In che modo? Semplice, con la pensione integrativa. Vediamo più nello specifico di cosa si tratta.
La pensione integrativa è un’aggiunta alla normale pensione erogata dallo Stato. Si tratta, in altri termini, di una forma di risparmio fiscalmente agevolata, che integra la pensione obbligatoria. Si tratta di una soluzione facoltativa ma del tutto consigliabile.
Come funziona la pensione integrativa?
La pensione integrativa consiste in un versamento volontario di contributi, che andrà ad integrare la futura pensione percepita dal lavoratore. Con versamenti volontari, si riesce a mantenere inalterato il tenore di vita anche quando, raggiunta una certa età, ci si ritira dal lavoro.
Prima di sottoscrivere una polizza previdenziale è chiaro che occorre valutare vari aspetti, tra cui, l’importo della contribuzione previsto e la pensione stimata che si percepirà in futuro. Una volta stipulata la polizza, la compagnia assicurativa creerà un fondo di risparmio che verrà alimentato dai versamenti mensili effettivi.
Quanto si può versare?
L’importo dipende da molteplici variabili, l’età del lavoratore, i tassi annuo di crescita del suo stipendio, i contributi ancora da versare e così via…Per cui, il consiglio è: prima si comincia a versare, meglio è.
Secondo le stime di una società di consulenza ed educazione finanziaria, per poter avere 1000€ in più al mese da anziani, sarebbe consigliabile versare al mese 100€ quando si è ancora sui trent’anni. Se invece si inizia a 40 allora in questo caso occorrerà versare il doppio.
I fondi pensione prevedono la possibilità di ottenere un anticipo sulle somme maturate nel tempo in caso di gravi problemi si salute, oppure per l’acquisto di case o ristrutturazioni.