Come prevedibile, la vittoria della Brexit al referendum del giugno scorso ha prodotto luci ed ombre per l’economia del Regno Unito. Tra le ombre va ad inserirsi anche la volontà di Citigroup di abbandonare Londra con l’intenzione di trasferirsi, magari, in quel di Francoforte. Secondo le ultime notizie provenienti dal fronte Brexit, infatti, sembra proprio che la Citi abbia già cominciato ad elaborare un piano utile per sopravvivere al fenomeno che si sta consumando nel Regno Unito: abbandonare la capitale inglese in vista di una nuova sede europea.
Dal momento in cui il referendum del 23 giugno scorso si è espresso chiaramente circa la volontà dei cittadini inglesi di abbandonare l’Unione Europea, la Brexit ha dato inizio ad un vero e proprio esodo che sta mettendo sotto pressione il Paese di Sua Maestà. Anche perché l’abbandono prossimo di Citigroup arriva ultimo in ordine cronologico a seguito di diverse altre realtà che hanno già espresso la volontà di fare le valigie: anche Oxford, ad esempio, si è detta pronta a trasferirsi verso Parigi.
Nel caso Citigroup, è stata la società stessa a ribadire la volontà di lasciare Londra con l’idea di approdare, magari, in un’altra metropoli europea quale potrebbe essere Francoforte. Lo spostamento della Citi dal Regno Unito alla Germania comporterebbe anche lo spostamento da un Paese all’altro di circa 200 posti di lavoro, anche se di fatto i dipendenti britannici impiegati in Citigroup sono intorno alle 9.000 unità.
Ma per quale motivo Francoforte è una delle città preferite dal gruppo Citi? La ragione principale che sta spingendo la società ad abbandonare Londra in favore della Germania riguarda soprattutto la qualità del BaFin (Bundesanstalt Für Finanzdienstleistungsaufsich), nome dietro il quale si nasconde l’autorità federale per la supervisione dei mercati finanziari. Sarebbe fondamentalmente questo il motivo per cui la scelta dovrebbe ricadere su Francoforte, unito naturalmente al prestigio che questa città ha a livello economico-finanziario (così come del resto la Germania tutta, non a caso considerata il faro guida dell’intera Unione Europea).
Il trasferimento con annesso passaggio di consegne dovrebbe concretizzarsi entro metà anno.