Nei primi dieci mesi del 2016, anno in cui c’è stato il debutto del canone Rai nella bolletta elettrica, la tassa sulla televisione ha portato a un gettito record per lo Stato: le cifre parlano di una raccolta pari a 1.850 milioni di euro. Per quanto si tratti di un dato provvisorio perché quello definitivo verrà delineato solo dopo i riversamenti che verranno effettuati nel mese di gennaio 2017, già in questa prima fase è possibile prendere atto del netto incremento degli introiti rispetto al passato.
Per fare un paragone, ci basti sapere che nel 2015 il gettito del canone Rai era stato pari a 1.681 milioni di euro: in pratica, il dato più basso dal 2010. Dal 2002 al 2014, gli incassi del canone tv sono sempre aumentati in maniera leggera ma comunque graduale, tanto è vero che si era partiti dai 1.404 milioni del 2002 fino a toccare i 1.739 del 2014. L’impennata registrata dal 2015 al 2016, cioè col passaggio del canone Rai nella bolletta elettrica, ha tuttavia dato una netta accelerata alla tendenza dei maggiori incassi.
Questo dimostra che la scelta fatta dal governo Renzi di inserire il canone tv nella bolletta della luce per scongiurare episodi di evasione fiscale è stata azzeccata, così come è stata apprezzata la decisione di abbassare l’importo da 113.50 a 100 euro. Per di più, la Legge di Bilancio prevede per il 2017 una ulteriore diminuzione dell’imposta da 100 a 90 euro secondo quel famoso principio del “pagare tutti per pagare meno”.
Le regole attuali stabiliscono che il canone vada pagato da chi detiene un apparecchio televisivo, e la detenzione stessa viene presupposta nel caso in cui esista una utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui il soggetto risulta avere la sua residenza. Chi non è in possesso di apparecchi tv pur avendo all’attivo una utenza elettrica, invece, può non pagare il canone trasmettendo però un’apposita dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.
Per il primo anno di applicazione della riforma del canone Rai c’è stato un addebito iniziale di 70 o 80 euro per recuperare i mesi “persi” da inizio 2016 fino all’estate dello stesso anno, ma dal 2017 tutto sarà più ordinato e procederà così come voluto dalla riforma, ossia con una rateizzazione del canone in 9 rate mensili da 10 euro (per un totale appunto di 90 euro).