Dopo aver ridotto l’importo del Canone Rai e averlo accorpato alla bolletta elettrica, sembra che il governo, di concerto con il Parlamento, stia lavorando a un’altra grande svolta. Su questo fronte ci sono almeno due cose diverse su cui si sta mettendo mano: da una parte c’è una certezza e dall’altra una probabilità. La certezza sta nella ulteriore riduzione del Canone tv da 100 a 90 euro, visto che questo è quanto è scritto nella Legge di Bilancio che il governo ha presentato il mese scorso e su cui il Parlamento sta già lavorando a suon di emendamenti.
L’altra metà riguarda come dicevamo una mera probabilità, una probabilità che attiene proprio agli emendamenti di cui prima. Diversi partiti hanno avanzato infatti delle modifiche alla manovra, modifiche tramite cui viene chiesta la cancellazione tout court del canone o una sua ulteriore riduzione fino a 50 euro. In entrambi i casi parliamo di proposte davvero rivoluzionarie perché di fatto trasformerebbero il Canone Rai non più in un balzello odiato dagli italiani, ma in un qualcosa di assai più digeribile dall’opinione pubblica (che tra l’altro anni fa, tramite un referendum, si era anche espressa per la privatizzazione della Rai).
Alcune misure di alleggerimento dell’onere e di accorpamento alla bolletta elettrica sono comunque figlie di una visione politica che vuole osteggiare l’idea di una Tv pubblica sempre più in mano ai partiti. Altre proposte di alleggerimento del Canone, invece, si muovono su tutt’altro obiettivo, e cioè prevenire e stanare episodi di evasione fiscale.
Del resto i dati parlano chiaro: l’Ispat ha affermato che negli ultimi 25 anni sono state sempre più le famiglie che si sono riuscite a sottrarre al pagamento del Canone Tv. Per capire i termini della questione, prendiamo come esempio una sola regione, il Trentino Alto Adige. Ebbene, se nel 1990 gli abbonati erano 144.000 circa e rappresentavano l’84% delle famiglie trentine, nel 2005 questa percentuale è scesa a quota 73.1%.