Tra i numerosi provvedimenti introdotti dalla Legge di Bilancio 2017 ce ne sono diversi che riguardano le imprese. Tra le misure messe in campo ce ne sono alcune che riguardano le società più grandi, ma ce ne sono anche altre che coinvolgono imprese di piccola entità e che arrivano a toccare la partita Iva del libero professionista.
Per quanto riguarda gli altri casi, i giornali hanno dato ampio risalto in merito alle misure introdotte (Ires ridotta, nuova Iri per ditte individuali, super ammortamento del 140% e così via), mentre in pochi si sono soffermati sulle novità che la manovra di Bilancio sta cercando di apportare al popolo delle partite Iva.
Per la partita Iva del semplice libero professionista iscritto alla Gestione Separata Inps c’è infatti una novità di peso che sembra sia in dirittura d’arrivo: l’aliquota previdenziale scenderà dal 27% al 25%, quindi non solo viene sterilizzato, ma di fatto viene invertito il processo di incremento dell’aliquota (fino al 33%) voluto dall’allora legge Fornero.
Tuttavia ciò non significa che a livello di tributi ci sarà un 2% secco in meno da pagare, perché se da una parte la manovra mira a far scendere l’aliquota previdenziale destinata ai contributi, dall’altra si stabilisce un aumento “da un’altra parte”.
L’aliquota che rappresenta le prestazioni assistenziali come maternità e malattia, infatti, salirà dall’attuale 0.72% a una percentuale compresa tra l’1 e l’1.5%. Il che significa che a livello complessivo l’Inps peserà sulle spalle dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata per un totale del 26-26.5% (ora il totale è invece del 27.72%).
Per vederci chiaro occorre attendere il testo definitivo della Legge di Stabilità, anche se si sa già che nel caso in cui questa misura dovesse passare, riguarderebbe di certo tutti i professionisti che lavorano senza essere iscritti né ad una cassa specifica Inps né presso un Albo professionale. Parliamo insomma di una platea che conta su per giù 500.000 contribuenti.