“Bisogna intervenire con qualche strumento per restituire fiducia ai risparmiatori”, aveva dichiarato il premier Matteo Renzi dopo la tempesta finanziaria scatenatasi a margine del referendum sulla Brexit. E come è stato detto, così è stato fatto: il presidente del Consiglio ha chiesto e ottenuto dall’Europa il permesso di intervenire con quello che si è già fatto conoscere come lo “scudo sulle banche”. Superato dunque lo scoglio rappresentato da Angela Merkel che poche ore prima aveva dichiarato: “Non abbiamo intenzione di cambiare ancora una volta le regole sulle banche”.
Ma cosa significa questo scudo bancario che ha ricevuto l’ok da parte della Commissione Europea? Si tratta nient’altro che di un piano da 150 miliardi di euro messi a disposizione dal Tesoro come garanzia sul debito di banche solvibili, ossia sui bond senior di nuova emissione. Ciò significa che lo Stato italiano potrà ora intervenire per fare da “garante” alle sue banche, purché lo faccia su banche che vantano una certa credibilità e che non hanno mai avuto problemi di insolvenza.
La misura, seppur precauzionale, seppur limitata nel tempo e seppur legata a un tesoretto che non rappresenta l’intero ammontare delle sofferenze del sistema creditizio italiano, ha comunque contribuito a riportare un po’ di ottimismo in Borsa allontanando i timori di possibili attacchi speculativi. Non appena diffusa la notizia dell’ok Ue allo scudo del governo, infatti, gli indici del settore hanno fatto un gran bel passo in avanti riportando fiato a una Piazza Affari sinora particolarmente sofferente.
D’altra parte è da inizio anno che parecchi istituti di credito italiani hanno visto perdere più della metà della capitalizzazione a causa della loro esposizione ai crediti inesigibili: si pensi anche solo al Monte dei Paschi di Siena che da inizio anno ha bruciato il 67%, a Unicredit che ha eroso il 60% e al comparto bancario che più in generale ha perso da inizio anno un sonoro -51.7%. Con questa misura, quindi, il governo mira a permettere che le banche possano tornare a dotarsi di una “veste nuova”.