Si effettua o riceve un bonifico da un parente non giustificando il perchè si sta movimentando quel denaro? L’Agenzia delle Entrate potrebbe intervenire bloccando il conto interessato! A precisarlo è una sentenza della Cassazione, secondo cui “i movimenti bancari, fra cui le cessioni ai familiari, se non sono giustificati da documenti o da valide ragioni possono legittimare al sequestro dei beni del presunto evasore fiscale”.
Ogni bonifico, in sostanza, deve obbligatoriamente essere motivato per far sì che si scongiuri il rischio che l’Agenzia delle Entrate blocchi il conto corrente! Senza causale che spieghi le ragioni di quella transazione, infatti, il Fisco sarebbe autorizzato ad interpretare quel movimento come un qualcosa in odore di evasione fiscale dando luogo a tutte le conseguenze del caso (come l’impossibilità di utilizzare le somme depositate). E legalmente parlando, pare persino che non ci sia alcuna scappatoia per evitare questo iter o quanto meno per tentare di opporsi al provvedimento.
Questo principio vale tanto per normali cittadini che sono legati da un rapporto di parentela, quanto anche per gli imprenditori: la sentenza della Cassazione chiarisce che il blocco del conto corrente sospetto sia legittimo tanto relativamente al conto di una persona fisica quanto a quello di una società che svolga attività imprenditoriale: “Le presunzioni legali previste dalle norme, pur non potendo costituire necessariamente dei reati fiscali, hanno un valore indiziario sufficiente per procedere al sequestro”, si legge nella sentenza.
Insomma, d’ora in avanti per inviare una somma di denaro alla nonna, alla mamma, al figlio, al cugino o al nipote, molto meglio muoversi con passi felpati: il Fisco italiano non scherza mica!
Ma come ci si può difendere da questo scenario da Stato di polizia? Il contribuente che desidera effettuare un bonifico a un parente farebbe bene a compilare una valida causale all’atto dell’operazione, ma dovrebbe altresì tutelarsi con tutti i documenti fiscali del caso che diano modo di risalire alle ragioni del passaggio di denaro. Per prestiti o donazioni tra familiari un po’ più consistenti, invece, il consiglio è quello di esibire un’apposita scrittura privata all’attenzione dell’Agenzia delle Entrate (di quelle che si possono trovare in rete o che ci si può far girare da un notaio o da un commercialista).