- Finanziamenti agevolati per under 30: come funzionano?
- Progetto Selfiemployment: i requisiti per accedervi
- Imprenditoria tra i giovani: un fenomeno che cresce
- La strada del fare impresa in Italia? Tutta in salita
C’è in circolo una nuova opportunità di finanziamenti agevolati per gli under 30 che hanno provveduto a iscriversi a Garanzia Giovani: a partire da metà gennaio 2016 prenderà il via Selfiemployment, un nuovo fondo rotativo nazionale messo a punto proprio per finanziare le imprese giovanili in procinto di nascere. L’iniziativa è stata promossa dal Ministero del Lavoro con la collaborazione di Invitalia (società dedita alla gestione dei finanziamenti). Ecco quindi tutto quel che c’è da sapere per approfittare di questa grande opportunità!
Finanziamenti agevolati per under 30: come funzionano?
Il progetto relativo ai finanziamenti agevolati per i ragazzi iscritti a Garanzia Giovani nel: concedere un finanziamento di importo compreso tra i 5.000 e i 50.000 euro, concedere un finanziamento a tasso zero, concedere un finanziamento senza che vi sia la necessità di una persona terza a fare da garante.
Queste tre caratteristiche rendono un prestito concesso nell’ottica di Selfiemployment a dir poco interessante, soprattutto perchè permetterà di avviare tante nuove imprese e start-up che pullulano di idee ma che per via delle scarse risorse finanziarie a disposizione non avevano l’opportunità di nascere sul serio. Proprio per permettere ciò ed inevitabilmente anche per dare una nuova spinta all’occupazione giovanile, il Ministero del Lavoro ha stanziato 50 milioni di euro che insieme ad altri contributi messi a punto dalle regioni Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Sicilia, Campania e Basilicata può complessivamente contare su un tesoretto da 124 milioni di euro.
Progetto Selfiemployment: i requisiti per accedervi
Per beneficiare dei finanziamenti agevolati stanziati dal Governo e dalle Regioni e gestiti direttamente da Invitalia, è necessario che all’atto della presentazione della domanda i giovani richiedenti abbiano un’età non superiore ai 30 anni e risultino iscritti al programma Garanzia Giovani precedentemente alla presentazione dell’istanza.
I requisiti precisi, il funzionamento del meccanismo e tutti gli altri dettagli di sorta saranno pubblicati verso la metà di Gennaio laddove l’iniziativa assumerà un volto più istituzionale (e come tale verrà pubblicata nei principali siti governativi e degli enti aderenti all’iniziativa). Grazie a Selfiemployment, in ogni caso, i giovani saranno accompagnati in tutte le fasi riguardanti l’apertura dell’attività, dall’ottenimento dei requisiti fino all’istruttoria dei business plan, dall’erogazione del credito agevolato fino alla gestione e al controllo del denaro ricevuto.
Imprenditoria tra i giovani: un fenomeno che cresce
Questa iniziativa è stata voluta anche per sfruttare un trend che in Italia sta cominciando a palesarsi. Come ha dichiarato lo stesso ad di Invitalia, Domenico Arcuri, ormai “siamo soliti riscontrare una crescente domanda di imprenditorialità da parte dei giovani e Selfiemployment non è che una modalità virtuosa e nuova per utilizzare in questo senso i fondi europei”. Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti parla di questo progetto come di una “leva molto importante”!
La strada del fare impresa in Italia? Tutta in salita
In Italia sono state varate molte iniziative per far scattare la scintilla dell’imprenditoria tra i più giovani, tanto è vero che tra quest’ultima novità portata in auge dal Selfiemployment, tra i fondi stanziati di tanto in tanto dall’Unione Europea, altre iniziative messe a punto dagli esecutivi che si sono succeduti e i molteplici progetti varati dalle Università con la collaborazione delle aziende italiane, oramai è sotto gli occhi di tutti l’immagine di un Paese che tenta di introdurre i giovani anche nel mondo dell’impresa.
Questi finanziamenti, però, sono spesso fini a se stessi poiché una volta esauriti finiscono col cedere il passo alla realtà vera che il tessuto impresario italiano è costretto a vivere. Vale a dire una realtà fatta da una burocrazia portata allo stremo, da una pressione fiscale ormai dichiarata come la più alta d’Europa e da uno Stato che è vessatore anziché saggio supporter.
Qualcosa sembra si stia muovendo: un po’ con la decontribuzione che coinvolge le nuove assunzioni, un po’ con l’abbassamento dell’IRAP e un po’ con l’alleggerimento prossimo venturo dell’IRES. Ma tutto ciò è sicuramente insufficiente rispetto a un Paese che pare rimaner vittima, ancora una volta e nonostante le ricette economiche non abbiano premiato, di un sistema molto poco liberal e ancora a forte presenza statale (sotto forma di proprietà dirette, forza lavoro, partecipazioni in società municipalizzate e in società a respiro nazionale, e così via).