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Lotta alla povertà: cosa contiene la Legge di Stabilità 2016 su questo tema?

Era attesa da diverso tempo e finalmente è arrivata: una prima grande misura contro la povertà è stata varata contestualmente alla Legge di Stabilità 2016. Dopo anni di promesse e di iniziative rimaste soltanto parziali, si avvia ora un percorso che a partire dal 2017 dovrebbe permettere l’avvio di un Piano nazionale universale contro la povertà e l’esclusione sociale.

Nello specifico, la bozza del disegno di legge che in questi giorni è all’esame del Parlamento, istituisce un Fondo sotto il controllo del Ministero del Lavoro del valore di 600 milioni di euro nel 2016 e di 1 miliardo di euro a partire dal 2017 in poi. Il piano adottato mira ad individuare “una progressione graduale nel raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale per il contrasto alla povertà.”

Legge di Stabilità 2016, misure anti povertà: al via la social card

Il punto caldo della lotta alla povertà istituita dal Governo Renzi si basa sulla social card, prossimamente estesa in tutta Italia per i nuclei familiari che al loro interno hanno figli minorenni. Sul piatto sono stati messi 380 milioni di euro destinati al rafforzamento della carta acquisti che venne introdotta in via sperimentale nel 2008 ed attivata nelle 12 città più grandi di Italia: con il termine “rafforzamento” si intende appunto un’estensione dei criteri di validità della social card che ad oggi risultano troppo selettivi e che proprio per questo tagliano fuori dal raggio di applicazione fin troppe persone bisognose.

Per quanto i parametri non siano ancora chiarissimi, sappiamo che l’estensione della social card verrà resa tale ai nuclei familiari con figli minori che si ritrovano a dover affrontare spese di natura alimentare e sanitaria.

Per quel che riguarda la decorrenza dei termini, la nuova carta acquisti entrerà in auge entro la fine di Gennaio 2016, ovvero quando la Legge di Stabilità ora al vaglio delle camere sarà approvata in via definitiva. E chiaramente, solo dopo che il Ministero dell’Economia di concerto con il Ministero del Lavoro varerà i decreti attuativi necessari per la messa in atto della misura.

Lotta alla povertà: nuovi fondi per chi perde il lavoro

Ma non c’è solo la social card, perchè tra le misure anti povertà figurano anche 220 milioni in più per l’Asdi, il nuovo assegno di disoccupazione universale varato dal Jobs Act e destinato a quanti hanno già beneficiato della Naspi. Lo stanziamento dei 220 milioni di euro in più in questo fondo è stato deciso per sostenere i lavoratori prossimi al pensionamento e i lavoratori che hanno a carico delle famiglie con al proprio interno dei ragazzi minorenni.

I cittadini che aderiscono a un progetto di formazione messo a punto dal Centro per l’Impiego e che accettano un lavoro proposto dal Centro per l’Impiego possono usufruire dell’Asdi per un periodo massimo di 6 mesi e, nondimeno, beneficeranno di un importo che equivale al 75% dell’ultimo assegno Naspi.

Lotta alla povertà: 75% di credito di imposta a chi li finanzia

Un altro punto caldo della lotta alla povertà decisa dal Governo Renzi riguarda l’introduzione di un credito di imposta pari al 75% per le fondazioni bancarie che finanziano progetti contro la povertà. Ciò significa che per ogni finanziamento proposto per sostenere iniziative anti povertà, lo Stato restituirà i tre quarti dell’importo già nell’anno successivo e lo farà, appunto, sotto forma di minori tasse. Il credito di imposta del 75% per il finanziamento di questo genere di progetti può contare su un fondo di 150 milioni di euro l’anno.

Disabilità, aumentano i fondi destinati al “Dopo di noi”

Infine, altri 90 milioni di euro pronti per essere utilizzati già a partire dal 2016 sono stati stanziati per rimpolpare le casse del “Dopo di noi”, fondo pensato per il sostegno di persone affette da una disabilità grave e per chi vive in uno stato di indigenza.

La povertà in Italia: una situazione drammatica

Queste misure sono sicuramente interessanti se prendiamo atto della realtà che ci circonda: le ultime stime dell’Istat fotografano una situazione che per l’Italia assume toni davvero drammatici: nel 2014 erano più di 7 milioni, gli italiani poveri. Di questi, oltre 4 milioni vivevano e probabilmente vivono tuttora in una poverà estrema, ovvero in una condizione in cui non si riesce neanche ad acquistare il minimo indispensabile per vivere dignitosamente. E il dramma vero e proprio lo si tocca nel Mezzogiorno, laddove la povertà assoluta raddoppia quella vigente nel resto del Paese.

La situazione tende a migliorare leggermente per le coppie con figli e per le famiglie con a capo una persona tra i 45 e i 54 anni, fino a toccare una sorta di “punto di minimo” tra i nuclei con a capo una persona in cerca di occupazione. In molti altri casi la situazione è ben più grave, con particolare riferimento alle famiglie in cui vivono componenti di soli stranieri.

Insomma, alla luce di tutto ciò quel che viene fuori dalla Legge di Stabilità 2016 in quanto a misure di contrasto alla povertà assume un ruolo di estrema attualità. Ma parliamo di provvedimenti fortemente assistenzialistici che possono trovare una reale utilità ed una palpabile efficacia solo se accompagnati da misure di incentivo all’occupazione, alla crescita e all’accrescimento del benessere generale. La povertà la si sconfigge sul serio solo per mezzo di politiche di abbattimento della pressione fiscale e di stimolo della domanda interna, ma a questo proposito il Governo afferma di aver già fatto molto e di avere in serbo anche ambiziosi progetti futuri.

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