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Esodati, al via la settima salvaguardia: ma chi ci rientra?

Nella Legge di Stabilità 2016, tra le diverse altre misure che includono il super ammortamento per le imprese che investono sui beni fissi e la riforma del Canone Rai, è stata inserita anche la settima salvaguardia che potrebbe porre definitivamente fine alla caldissima questione degli esodati.

Gli esodati, come ormai sappiamo già piuttosto bene, sono quei lavoratori che nel 2011 hanno firmato un accordo con la propria azienda per avviare un percorso di mobilità col fine di lasciare il proprio posto di lavoro e accedere alle pensione secondo le disposizioni vigenti. Il problema degli esodati è sorto in seguito alla Legge Fornero che intervenendo sull’innalzamento dell’età pensionabile ha di fatto lasciato tutte queste persone senza più un posto di lavoro ed anche senza alcun assegno pensionistico a fargli da sostegno.

Per salvaguardare i lavoratori che si trovano in questa sorta di limbo sono stati varati 6 provvedimenti di salvaguardia, e quello contenuto nell’attuale manovra è per l’appunto il settimo e forse l’ultimo che sarà necessario varare: la settima salvaguardia varata dal Governo Renzi riguarda 26.300 persone a cui si aggiungono altre 5mila persone già salvaguardate da provvedimenti precedenti ma tuttora prive di una copertura finanziaria vera e propria.

Esodati: chi rientra nella settima salvaguardia?

Lavoratori in mobilità – Tra la platea delle 26.300 persone rientrano circa 5mila lavoratori che prima della fine del 2011 hanno firmato un patto con la propria azienza per avviare una procedura di mobilità. Per beneficiare della salvaguardia questi lavoratori devono aver cessato la loro prestazione d’opera entro il 31 dicembre 2012 e devono aver maturato il diritto alla pensione o quando terminato il periodo di mobilità o entro i 2 anni successivi.

Prosecutori volontari – Ma non di sola mobilità si parla, poiché vengono considerati esodati anche coloro i quali hanno versato contributi di tasca propria per raggiungere i requisiti necessari all’ottenimento della pensione. Questa fascia di persone viene riconosciuta come quella dei prosecutori volontari, ma anche in questo caso, prima di parlare di beneficio della settima salvaguardia, è necessario rispondere a determinati requisiti:

  • aver maturato il diritto alla pensione entro il 6 gennaio 2017 secondo quelle che erano le regole antecedenti la Legge Fornero;
  • aver ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Inps per il versamento dei contributi volontari prima del 4 dicembre 2011;
  • aver accreditato almeno un contributo volontario entro la data del 6 dicembre 2011.

Ma attenzione, perchè quest’ultimo punto può subire una deroga: il contribuente può anche non aver versato contributi volontari prima del 6 dicembre 2011, purché abbia ricevuto l’autorizzazione al versamento volontario prima del 4 dicembre 2011 e purché abbia almeno un contributo versato tra il 2007 e il 2013.

Persone con figli disabili – Nell’ultima salvaguardia rientrano anche le persone che sono state costrette a chiedere il congedo dal lavoro per assistere figli affetti da una grave disabilità.

Cessati dal servizio – Tra i salvaguardati ci sono anche i cessati dal servizio, ovvero quei lavoratori che hanno deciso di firmare un accordo individuale di incentivo all’esodo prima del 31 dicembre 2011. In questo caso però, è altresì necessario che questi lavoratori abbiano maturato i requisiti per accedere alla pensione con le regole antecedenti la Legge Fornero.

Ex lavoratori temporanei – Per finire, tra gli esodati che possono ritenersi parte della settima salvaguardia anche quelli che hanno perso il lavoro tra l’inizio del 2007 e la fine del 2011 dopo essere stati assunti mediante un contratto di lavoro a tempo determinato. In questa ipotesi è necessario che tali ex lavoratori temporanei abbiano maturato i requisiti per accedere alla pensione entro il 6 gennaio 2017 secondo i meccanismi vigenti prima della Legge Fornero, e che non siano stati rioccupati con un contratto a tempo indeterminato nel periodo successivo alla perdita del lavoro.

E per gli altri? Il Governo valuta la pensione anticipata

Per i lavoratori che non sono considerabili esodati ma che vogliono accedere in via anticipata alla pensione, il Governo, con questa Legge di Stabilità, non ha fatto granché. Difatti è stato deciso che su questo tema ci si ritornerà solo tra qualche mese, poiché accelerare troppo coi tempi avrebbe indotto al rischio di incorrere in pasticci o in un aumento spropositato della spesa pubblica. Tuttavia il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, spinge affinché una sperimentazione di pensione anticipata sia inserita già in questa manovra frinanziaria.

La sua proposta è ormai nota: permettere ai lavoratori che hanno raggiunto quota 97, ossia 62 anni di età e 35 anni di contributi versati, di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro accettando una penalizzazione sull’assegno pensionistico dell’8%. Questo è per così dire il punto cardine della formula Damiano, ma in realtà, nella completezza del testo, si legge di penalizzazioni che possono variare di percentuale a seconda delle condizioni poste in essere da ciascun caso di pensione anticipata. Si tratta della proposta più credibile ed efficace tra le tante che sono giunte all’attenzione dell’esecutivo e secondo quanto garantito dal suo stesso fautore, non è escluso che non la si possa sperimentare già nel corso dei prossimi mesi.

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