- Equitalia: il Senato chiede più poteri sulle informazioni finanziarie
- Aggio e rateazione dei debiti: ridare “respiro” a Equitalia
- Riforma Fiscale 2015: a che punto siamo?
Il Senato ha proposto di rivedere il decreto che intende regolare la riscossione dei crediti vantati dalla Pubblica Amministrazione ed in particolar modo di modificare il tutto per restituire più poteri a Equitalia. Il Senato crede che l’ente di riscossione debba avere più poteri per quel che concerne la gestione delle informazioni finanziarie dei contribuenti (conti correnti inclusi) e crede che sia eccessiva la riduzione dell’aggio portata dall’8% al 6%. Insomma la Commissione di Palazzo Madama punta dritto verso la revisione della Riforma Fiscale.
Equitalia: il Senato chiede più poteri sulle informazioni finanziarie
Come prima cosa la Commissione Finanze chiede di permettere ad Equitalia di avere libero accesso a tutte le informazioni finanziarie dei contribuenti, come ad esempio quelle relative ai loro conti bancari italiani ma anche ai conti correnti detenuti all’estero, ma anche info relative alla compravendita di auto e imbarcazioni nonché all’eventuale possesso di conti titoli. Il Senato vuole attribuire a Equitalia maggiori strumenti poichè ritiene che negli ultimi anni – probabilmente per accogliere le critiche che si son sollevate nell’opinione pubblica e in determinate fasce sociali – i vari Governi abbiano ridotto drasticamente il raggio d’azione sul quale l’agenzia di riscossione crediti poteva fare affidamento.
E proprio a causa del contenimento dei poteri, Equitalia non sarebbe stata più in grado né lo sarebbe tuttora di recuperare con vigore gli importi dovuti allo Stato. Ad esempio, il fatto stesso che l’ente in questione non possa più procedere al pignoramento della prima casa e che contestualmente tale diritto continui ad essere riconosciuto alle banche, non può che ripercuotersi in uno sbilanciamento troppo evidente tra creditori privati e creditori pubblici.
Naturalmente l’irrobustimento dei poteri per quel che riguarda il recupero di informazioni finanziarie non viene vista di buon occhio da altre realtà sociali, politiche, istituzionali e popolari. Il perchè è alquanto chiaro: dando modo ad Equitalia di “spiare” un po’ più a fondo gli affari dei privati cittadini si rischia di spinare il terreno ad un vero e proprio Grande Fratello. Si rischia non solo di ledere la privacy dei contribuenti ma anche di mettere in piedi quel sistema sempre più burocratico, potente e temibile che nel corso di questi anni si è cercato invece di ridurre il più possibile per restituire un po’ di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dello Stato (e di tutto quel che è bene o male sotto il suo controllo).
Aggio e rateazione dei debiti: ridare “respiro” a Equitalia
Ma la Commissione Finanze del Senato non ha avanzato la sola proposta relativa al rafforzamento dei poteri di Equitalia. No, perchè il suo obiettivo è anche quello di rivedere tanto l’aggio vantato sulle riscossioni quanto il sistema di rateazione dei debiti.
Partiamo dal primo. Il decreto approvato dal Governo ha stabilito che l’aggio vantato da Equitalia sui crediti riscossi venga portato dall’8% al 6%, ma a detta della Commissione si tratterebbe di un salto troppo grande per pensare che Equitalia, nonostante la riduzione delle sue entrate, possa continuare ad operare con serenità e con efficacia. Per questa ragione il Senato propone di modificare la riduzione dell’aggio che, anziché essere portato al 6%, dovrebbe quanto meno fermarsi alla soglia del 7%.
Ma veniamo ora al discorso della rateizzazione. Anche sotto questo punto di vista, nel corso di questi anni le norme sono state modificate per andare sempre più incontro alle esigenze dell’anello debole di questa catena che come chiaro non può che essere il contribuente finale. E lo stesso decreto approvato dal Governo ha aperto a una maggiore flessibilità in quanto a rateazione dei pagamenti. Ma anche qui, la Commissione Finanze del Senato non ci sta. La richiesta è che siano ripristinati dei paletti per i debiti fino a 50mila euro eliminando, tanto per cominciare, l’autocertificazione dello stato di difficoltà: qualora questa considerazione dovesse tramutare in legge vorrebbe dire che Equitalia avrebbe tutto il diritto di chiedere sempre la documentazione sullo stato di difficoltà nell’ipotesi in cui venga chiesta una rateazione del dovuto fino a 72 rate, e di farlo indipendentemente dall’entità del debito.
Riforma Fiscale 2015: a che punto siamo?
Ma a che punto siamo con la Riforma Fiscale e come si tramuteranno tutti questi cambiamenti ora al valgio nella vita di tutti i giorni? Attualmente lo stato dei lavori verte su quanto segue: il decreto sulla riscossione che abbiamo più volte citato in questa sede è uno dei cinque punti approvati in prima lettura dal Consiglio dei Ministri dello scorso 26 Giugno e, ora come ora, sta seguendo tutti gli iter del caso per sottoporsi ai pareri dei parlamentari (che non per forza di cose vengono recepiti nella versione finale del testo). Dopo di che il decreto tornerà in Consiglio dei Ministri per ricevere l’approvazione definitiva e divenire attuativo.
La Riforma Fiscale di cui stiamo parlando, al di là del discorso sulla riscossione, prevede altresì il riordino delle agenzie fiscali, la riforma del sistema sanzionatorio per far sì che illeciti non fraudolenti siano considerati in maniera diversa rispetto a quelli commessi con la chiara intenzione di frodare il Fisco, il monitoraggio dell’evasione fiscale, la riforma del contenzioso tributario e il potenziamento dell’interpello. Questi provvedimenti messi nero su bianco dal Governo mirano a rendere il rapporto tra il contribuente e il Fisco meno vessatorio e più amichevole, anche se come abbiamo visto la Commissione Finanze del Senato propone di effettuare un passo indietro e non concedere troppe “maglie larghe” sul fronte degli illeciti tributari. Chi avrà la meglio?