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Ammortizzatori Sociali 2015: ecco cosa cambierà

L’insorgere della crisi economica ha fatto sì che il cosiddetto Welfare State venisse compromesso: non solo l’Italia, ma tutti i Paesi colpiti da questa spirale di negatività si sono ritrovati a dover fare i conti con disponibilità sempre più risicate, con possibilità di spesa non più ampie come sarebbe potuto accadere tempo fa e con riforme pesanti che hanno finito per coinvolgere comparti tanto dedicati come quello delle pensioni. A tal proposito il Governo italiano ha ritenuto opportuno rivisitare profondamente l’intero settore dello Stato Sociale, andando a riformare prestazioni assistenziali e previdenziali che fino a questo momento non hanno funzionato affatto (e che laddove sono riuscite a farlo lo hanno fatto in maniera davvero sconclusionata).

Ma quali sono le novità previste su questo fronte tanto caldo quanto importante per il vivere comune? Per fare un po’ di chiarezza vediamo in maniera elencare e dettagliata tutte le principali misure previste per gli ammortizzatori sociali 2015.

NASPI 2015: nuova assicurazione sociale per l’impiego

La Naspi va a sostituire quella che fu l’Aspi, una forma di sostegno in vigore dal 2014 e a suo tempo varata dal Governo Monti. La Naspi intende proporsi come un sussidio al reddito di quei lavoratori subordinati che dovessero aver perso involontariamente la propria occupazione lavorativa; da questo sostegno sono però esclusi i dipendenti pubblici e gli operai agricoli sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. Non che l’essere rimasti disoccupati sia però sufficiente a garantirsi il beneficio del sussidio: l’indennità viene erogata solo a condizione che il lavoratore senza lavoro partecipi a tutta una serie di iniziative formative o di riqualificazione professionale

La Naspi assicura una copertura pari a 24 mesi anche se a partire dal 2017 la sua durata massima scenderà a 18 mesi (il Governo ha tuttavia promesso di impegnarsi a reperire le risorse necessarie per far sì che anche da quel dì in poi la Naspi possa continuare a coprire 24 mesi di sussidio). Attenzione però perchè durata massima vuol dire che la Naspi arriva tutt’al più a coprire 24 mesi, ma non è automatico che i beneficiari possano sfruttarla per entrmabi gli anni: la copertura di questo sussidio sarà proporzionale alle settimane contributive che si sono accumulate negli ultimi 4 anni e corrisponderà alla metà secca di questo arco temporale.

Per quel che riguarda invece l’importo della prestazione, anche in questo caso ci si dovrà affidare ai contributi versati dal lavoratore negli ultimi 4 anni sebbene è comunque stato stabilito che l’indennità non possa arrivare a superare i 1300 euro mensili; l’importo della Naspi sarà inoltre pieno per i primi quattro mesi, dopodiché inizierà a calare di un 3% di mese in mese.

Asdi 2015: assicurazione sociale per la disoccupazione

L’Asdi, ovvero Assegno Sociale di Disoccupazione, viene introdotto a partire da quest’anno con molte meno basi rispetto alla Naspi. L’obiettivo dell’esecutivo è infatti avviare l’Asdi in via del tutto sperimentale ma con una funzione che in realtà non si sostituisce al precedente sussidio, ma che invece mira ad estenderlo ulteriormente: compito dell’Asdi sarà infatti quello di garantire una continuità di sostegno economico a tutti quei lavoratori che risultano ancora in stato di disoccupazione nonostante abbiano potuto usufruire della Naspi. Laddove la Naspi finisce, in sostanza, arriva l’Asdi e momentaneamente lo farà privilegiando nuclei familiari con ragazzi minorenni e lavoratori vicini alla pensione che però non hanno ancora raggiunto i requisiti necessari per ottenere la prestazione previdenziale.

Dis-Coll 2015: disoccupazione per collaboratori

Il nome è alquanto particolare ma il contenuto della Dis-Coll alquanto chiaro: si tratta di una forma di sostegno assai simile alla Naspi poiché anche in questo caso viene fatta entrare in vigore ogni qualvolta c’è un lavoratore involontariamente ritrovatosi senza occupazione. La platea dei beneficiari è però diversa rispetto a quella vista nel caso della Naspi, tanto è vero che la Dis-Coll si pone come una forma di supporto per i soli lavoratori che siano stati soggetti a contratti di collaborazione coordinata continuativa o a progetto, regolarmente iscritti alla Gestione Separata dell’INPS ma sprovvisti di una Partita IVA.

La Dis-Coll garantisce un sostegno economico commisurato al reddito precedentemente percepito dal soggetto interessato, pieno per i primi tre mesi di erogazione e destinato a diminuire del 3% a partire dal quarto mese in poi (la discesa è anche qui prevista a ritmo mensile). Questo ammortizzatore sociale non ha però una lunghissima durata: preso atto che la sua erogazione sia pari alla metà delle mensilità contributive a carico del lavoratore nell’ultimo anno di attività, la sua dimensione massima arriva ad una copertura di 6 mesi.

Indennità di mobilità: come cambia con il Jobs Act

Anche l’indennità di mobilità è destinata a cambiare: tutti i lavoratori licenziati da medie e grandi imprese avranno la possibilità di richiedere questa forma di sostegno economico entro e non oltre il 31 Dicembre 2016. L’indennità di mobilità si propone come un sussidio che per i primi 12 mesi garantisce una copertura del 100% dell’ammontare, e che a partire dal 13° mese in poi scende all’80% rispetto alla retribuzione lorda (è comunque previsto che l’indennità scenda via via col tempo fino a fine 2016 e che lo farà in maniera più o meno preponderante sulla base dell’età del soggetto beneficiario e del luogo di provenienza). E per quanto riguarda imprese di piccole dimensioni? Le norme prevedono che l’indennità possa subire una deroga per il biennio 2015-2016 ma che non possa fungere da sostegno a quei lavoratori che abbiano già beneficiato della mobilità in deroga per un preiodo di tempo di 3 anni (pur non continuativi).

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