- Regime del margine: a quali persone e a quali beni si applica
- Regime del margine: come funziona da un punto di vista tecnico?
- Regime del margine: guida alla fatturazione
Non è un tema molto noto presso l’opinione pubblica, eppure chi bazzica nel settore avrà già sentito parlare di regime del margine. Parliamo di un regime speciale IVA che col passare del tempo e delle normative ha finito per assumere un ruolo sempre più importante, se non altro perchè si tratta di un sistema destinato a coinvolgere un’ampia platea di pubblico. Proprio perchè si tratta di un discorso alquanto complesso ed al suo interno assai variegato, abbiamo ritenuto opportuno descriverne soggetti interessati, meccanismi di funzionamento ed altri nodi di interesse tramite i paragrafi che seguono.
Regime del margine: a quali persone e a quali beni si applica
Questo particolare sistema di calcolo IVA riguarda i commercianti al dettaglio, i commercianti all’ingrosso e i venditori ambulanti che vendono una categoria molto chiara di merce: quella che ha a che fare con il mondo dell’antiquariato e quindi con beni mobili già usati da altre persone, pezzi d’arte e più in generale opere da collezione.
Se nella gran parte dei casi siamo soliti avere a che fare con il regime ordinario IVA, in quello “del margine” v’è una regola diversa per quel che riguarda il calcolo dell’IVA: in questo ambito il bene viene assoggettato all’imposta solo quando viene effettivamente ceduto all’acquirente ed eventualmente anche dopo qualora la sua cessione dovesse implicare un margine positivo.
Tuttavia questi beni devono aver già subito una tassazione e quindi essere stati acquistati da un privato (anche al di fuori dell’Italia ma pur sempre nell’ambito dell’Unione Europea), da un soggetto passivo che non era nelle condizioni di detrarre l’imposta all’atto dell’acquisto, da un soggetto passivo comunitario incluso in un regime di esonero dal suo stesso Stato o da un soggetto passivo di imposta che abbia avuto cura di assoggettare l’atto al regime del margine.
Tutto ciò comporta l’impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti, anche qualora questi siano avvenuti nell’ottica intracomunitaria, così come comporta l’indetraibilità dell’imposta sui beni usati di importazione, su spese accessorie e/o di riparazione della merce stessa.
Regime del margine: come funziona da un punto di vista tecnico?
Chiariti i soggetti fisici e i beni che vengono assoggettati al regime del margine IVA, analizziamo ora il funzionamento di questo particolare sistema di calcolo. Come prima cosa occorre precisare che il regime del margine prevede ben 3 diversi metodi di applicazione che nell’ambiente fiscale sono noti come regime analitico, regime forfetario e metodo globale.
Regime analitico – In questo caso la base imponibile necessaria per procedere alla determinazione dell’IVA viene individuata prendendo in considerazione la differenza tra la somma di vendita e il prezzo di acquisto del bene e, più semplicemente, rispettando la seguente formula: Corrispettivo di vendita (IVA inclusa) – Prezzo di acquisto (con incluse eventuali spese accessorie o di riparazione). Rientrano nel regime analitico tutti quei soggetti che si occupano di cedere i beni usati in maniera del tutto occasionale o quanto meno senza alcun carattere di professionalità; di contro è esclusa da questo regime la cessione di mezzi di trasporto aventi un’immatricolazione effettuata da non oltre 6 mesi o con 6.000 Km di tragitto già effettuato (questa scelta è dovuta al fatto che tali beni non vengono considerati “usati”).
Regime forfetario – Questo secondo metodo di calcolo prevede che sia applicata una specifica percentuale di imposta in relazione al prezzo del bene. Più in particolare ciò implica la seguente suddivisione:
- Imposta del 60% sulla cessione di oggetti d’arte per i quali è impossibile determinare il prezzo di acquisto (ma anche nel caso in cui sia più semplicemente irrilevante stabilirne l’ammontare).
- Imposta del 50% per quel che riguarda i soggetti che praticano attività ambulante ma con l’esclusione dei prodotti di antiquariato. Assoggettati a tassazione del 50% sono anche quei pezzi di ricambio che riguardano automezzi e apparecchiature elettromeccaniche, ma anche libri di antiquariato ceduti in sede fissa.
- Imposta del 25% riguarda invece i prodotti editoriali (eccezion fatta per quelli di antiquariato), nonché prodotti editoriali di antiquariato ceduti però da venditori ambulanti.
In questo caso il calcolo vero e proprio non può che differire rispetto a quello visto nel regime analitico, tanto è vero che l’IVA prevista nel regime del margine forfetario segue la formula del: Corrispettivo di vendita (IVA inclusa) * percentuale di forfetizzazione vista nell’elenco puntato di cui sopra.
Regime globale – Quest’ultimo metodo di calcolo va ad applicarsi a tutta la rimanente parte dei casi e di conseguenza a quelle attività di commercio che non abbiano a che fare con i venditori di natura ambulante. Più nello specifico, il regime globale è previsto sulla cessione di veicoli terrestri già usati in precedenza, francobolli, monete e oggetti da collezione vari, pezzi di ricambio estratti dalla demolizione di mezzi di trasporto o di apparecchiature elettromeccaniche, confezioni destinate a materiale tessile e più in generale a prodotti di abbigliamento (accessori inclusi), libri, e per finire qualunque altro bene che abbia un costo inferiore a 516,46€.
Ma come funziona il calcolo per il regime del margine globale? Anche qui la base imponibile viene dedotta seguendo lo stesso meccanismo del margine analitico, anche se non la si prende in considerazione su ogni singola operazione quanto invece per un insieme di operazioni eseguite in maniera periodica (ad esempio per ciascun mese o per ogni trimestre dell’anno). L’IVA viene calcolata secondo la formula che segue: Totale delle cessioni – totale degli acquisti (incluse spese accessorie e/o di riparazione); qualora il margine di questa sottrazione dovesse portare ad un valore negativo, l’eccedenza verrebbe computata nella liquidazione del periodo immediatamente successivo.
Regime del margine: guida alla fatturazione
Viste le tre sottoclassi che animano l’intero regime del margine IVA, diamo ora un’occhiata allo step della fatturazione! I contribuenti che per legge vengono sottoposti a regime del margine devono indicare in fattura le operazioni che saranno poi soggette a questo particolare metodo di calcolo, nonché chiarire il corrispettivo comprensivo dell’imposta così come stabilito dal DL n. 41/1995. La fattura deve inoltre essere emessa anche qualora il cedente sia esonerato dall’obbligo di fatturazione, ma solo nel caso in cui le cessioni, pur rientrando appieno nel regime del margine, siano assoggettate ad imposta nei modi più tradizionali.
E infine sì, v’è in effetti la possibilità di passare ai regimi ordinari, ma lo possono fare solo quei contribuenti che risultino parte dei regimi analitici o forfetari per ogni singola operazione (per chi opera nel regime globale c’è la possibilità massima di saltare al regime analitico per l’intera attività e per un periodo massimo di validità pari ad un triennio secco).