Vi siete mai chiesto quanto guadagnino gli italiani? Per rispondere a questa domanda, la Fisac Cgil ha compiuto un interessante studio secondo cui lo stipendio medio all’interno della Penisola è pari a 1.327 euro. Non mancano tuttavia gli spunti “nascosti” da tale sintetica media: ad esempio, quasi 7 milioni di persone non riescono ad arrivare a 1.000 euro al mese, mentre i giovani – che negli anni guadagnavano circa il 10% in più della media nazionale, oggi ottengono uno stipendio che inferiore alla media del 12%.
Tra le altre righe del report “Poveri salari”, condotto dalla Fisac Cgil, emerge altresì come un giovane neolaureato “peraltro mediamente precario se va bene oscilla tra gli 800 e i 1.000 euro mensili fino a trentacinque anni. Mentre oltre sette milioni di pensionati percepiscono meno di 1.000 euro mensili“. Letteralmente impietoso è il confronto con i lavoratori degli altri Paesi d’Europa e, in particolar modo, con la Germania: come sottolinea lo studio, infatti, a parità di condizioni un lavoratore tedesco guadagna fino a 6 mila euro in più l’anno rispetto a quello italiano.
Ma come si è arrivati a questa situazione di forte iniquità per i giovani lavoratori italiani? Il rapporto non sembra avere grandi dubbi, e sottolinea come il gap nei confronti delle varie generazioni e dei vari territori sia il risultato di una sperequazione progressiva. “Nel 1970” – ricorda infatti l’analisi – “un manager guadagnava venti volte di più di un operaio mentre oggi arriviamo a picchi che superano le duecentocinquanta volte. Diseguaglianze che si sostanziano anche dall’analisi che si fa nel testo delle dichiarazioni fiscali da dove si rileva che “oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti guadagnano poco più di 1.300 euro netti al mese in media. Di questi circa 7 milioni ne guadagnano meno di 1.000”.
Infine, prosegue la ricerca, i contratti collettivi nazionali, rinnovati dal Duemila fino ad oggi, non sarebbero stati produttivi di incrementi remunerativi reali, ma solamente un argine (peraltro, parziale) contro gli effetti dell’inflazione. Un rimedio che tuttavia non è stato abbastanza forte per poter fronteggiare ad armi pari il peso del fisco (sempre più pressante) e della bassa produttività. Ne è emerso che tra il 2000 e il 2013 il reddito disponibile di una famiglia è calato di 8.312 euro per quelle dei lavoratori, a fronte di un guadagno di 3.142 euro per le famiglie composte da professionisti e da imprenditori.