La scorsa settimana è stata caratterizzata dalla prima quotazione di Alibaba, il colosso cinese del commercio elettronico, sbarcato a Wall Street con una valutazione monstre: nel primo giorno dopo l’IPO, infatti, la società ha ottenuto una capitalizzazione di mercato di oltre 240 miliardi di dollari, con azioni a 68 dollari, immediato rialzo verso quota 100 dollari, e chiusura di giornata a quota 93,89 dollari, per un guadagno – in un solo giorno! – pari al 38,1%.
In altri termini, ai prezzi attuali Alibaba varrebbe circa 245 miliardi di dollari, ponendo quindi il gruppo intorno alle prime 10-12 offerte pubbliche di sempre, subito dopo i colossi della grande distribuzione (Wal Mart), ma sempre prima rispetto a Facebook e a JP Morgan. In ogni caso, rimane lontano, lontanissimo, il record degli oltre 500 miliardi di dollari toccato da Apple, e quello, altrettanto ambizioso, dei 400 miliardi di dollari di Google.
Ad ogni modo, poco importa. Alla presenza di Jack Ma, storico fondatore della società, e presto uomo più ricco della Cina, la campanella della New York Stock Exchange (la NYSE, Borsa di New York) è stata suonata da 8 clienti del portale di e-commerce cinese. Una scelta non certo casuale, per almeno due motivi. Il primo: in Cina il numero 8 porta fortuna, e a quanto pare Jack Ma vuole fare di tutto (buona stella compresa) per cercare la buona sorte sui mercati oltre confine. Il secondo: anche con questo gesto significativo, Ma vuole porre l’attenzione sui propri clienti, oggetto finale del successo del business societario.
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Vi è poi un ulteriore riscontro, forse più sottile. Per Ma la giornata dello sbarco a Wall Street ha rappresentato una vera e propria rivincita nei confronti dei rivali dell’e-commerce, e non solo, che prima hanno cercato di comprare la società a buon mercato, poi l’hanno snobbata relegandola a fenomeno isolato nei confini nazionali.
Ora le cose sembrano essere drasticamente cambiate: Alibaba ha ricavi come quelli di Amazon e di eBay sommati, una capitalizzazione di mercato superiore al riferimento eBay, Twitter e LinkedIn messe insieme, e una prospettiva di crescita impressionante, favorita anche dal mercato interno.
In conclusione, ad essere felici sono anche i colleghi di Yahoo!, visto e considerato che il gruppo americano nel 2005 aveva acquistato una partecipazione di un miliardo in Alibaba, e oggi potrebbe aver incassato almeno 8 miliardi dall’operazione di IPO, vendendo 121,7 milioni di azioni.