Gli investimenti stranieri in Italia sono soprattutto legati agli immobili di valore ed al turismo, e spesso, anzi quasi sempre in abbinamento, nel senso che negli ultimi anni, il trend vede decisamente una crescita degli stranieri che investono in immobili storici o di lusso in zone turistiche sia per uso personale in vacanza sia per aprirlo ai flussi turistici.
Del resto noi Italiani non siamo stati bravi nel valorizzare le bellezze e le ricchezze del nostro territorio, lasciando molto all’incuria e all’abbandono, destinando grandi risorse a modelli turistici di massa, poco sostenibili e nei quali tra l’altro, abbiamo perso competitività per via dei prezzi. Questo, insieme al crollo del mercato immobiliare italiano ha creato le condizioni affinché tanti stranieri comprino in Italia, sia che si tratti di privati sia che si tratti di società. La cosa positiva è che mentre una volta l’investitore straniero era solo il capitalista della multinazionale che veniva a deturpare e saccheggiare, incrementando la “desertificazione industriale” derivante dall’abbandono nel momento in cui altre località avessero garantito introiti e possibilità superiori.
Oggi le cose sembrano essere cambiate e gli investitori stranieri che spendono in Italia, Paese in cui le sfide per chi investe sono moltissime, sembrano aver capito quello che avremmo dovuto capire noi decenni fa: il punto forte dell’Italia è l’unicità e la particolarità dei territori e che solo il rispetto di questi, e non l’omologazione a modelli massificati, può generare crescita. L’attività di molti grandi investitori stranieri sembra rispecchiare proprio quel glocalismo proposto da Zygmut Bauman, con il paradigma ormai classico ma non sempre compreso da tutti di pensare in modo globale ed agire in modo locale.
Un esempio per tutti è quello di Castelfalfi, un bellissimo borgo con mille anni di storia alle spalle che però da decenni era abbandonato. È stato l’arrivo di TUI AG, società tedesca del settore turistico che con un investimento di 250 milioni di euro ha salvato il borgo, lanciandosi in una impresa che non è stata redditizia solo per la società ma anche per il territorio. TUI (Touristik Union International) è una delle più affermate società del settore turistico, con 65.000 dipendenti, quando ha annunciato anni fa di voler trasformare il borgo di Castelfalfi in un resort ha dovuto affrontare molte critiche e molti sospetti.
C’è chi vedeva già le colline di uliveti, boschi e vigneti spianate e cementificate, dominate da abitazioni ultralusso in vetro e acciaio con cascate artificiali. Il risultato invece è stato un laboratorio incredibile di collaborazione tra cittadini, associazioni, istituzioni locali e la società. Certo, un’opportunità per chi desidera comprare ville e case di lusso in Toscana ma il ritorno nel territorio si è visto da subito: i tedeschi dirigono i lavori ma gli artigiani ed i materiali impiegati per adattare edifici storici in rovina in alberghi, ristoranti, case vacanza e centri benessere, sono tutti locali. Inoltre c’è un intensa collaborazione con scuole ed università così che a Castefalfi si fanno le ossa gli studenti dell’istituto alberghiero di Castelfiorentino, gli studenti della Università Sant’Anna di Pisa propongono progetti di produzione energetica sostenibile con le biomasse, nella tenuta si producono vini Chianti ed olii eccellenti, e tutto procede nel pieno rispetto stilistico ed architettonico del patrimonio immobiliare della tenuta e del paesaggio.
Un sogno sostenibile che vede protagonista una enorme multinazionale, chi l’avrebbe mai detto.
I risvolti sono moltissimi ed i posti di lavoro fissi creati nel luogo grazie a Castefalfi sono molti: non solo i tanti giovani assunti dalla società a gestire le attività del resort, dall’approvvigionamento energetico, al marketing al lavoro nelle cucine. Ci sono anche tanti casi di giovani che erano emigrati che sono tornati a casa o hanno raggiunto questo angolo della provincia di Firenze da altre zone d’Italia dopo aver inviato i loro curriculum e visto riconosciuto il loro talento. Nel frattempo il Toscana Resort Castelfalfi è già un successo, gli appartamenti terminati nel 2013 nel borgo sono stati già venduti a facoltosi di tutto il mondo, ed i lavori vedranno la loro ciliegina sulla torta per la primavera 2014 in cui si annuncia la fine dei lavori al Castello che tornerà così in vita.
C’è da scommettere che tanti abitanti dei dintorni avranno di che lavorare anche senza essere assunti direttamente, con il flusso turistico in aumento ci sono diverse occasioni di diventare imprenditori di se stessi ed offrire servizi e prodotti legati all’identità del territorio, proprio quello che i turisti cercano e che solo chi in quel territorio ci è nato e vissuto può fornire. Una lezione che quelli di TUI hanno compreso benissimo e stanno mettendo a frutto.