Fiat ha chiuso l’accordo per acquistare la quota di Chrysler (pari al 41,46%) in mano al sindacato americano Uaw. La notizia, diffusa da tutti i principali organi di stampa internazionali, ha già fatto il giro del mondo se non altro per le condizioni strappate da Fiat in sede di trattativa che, di fatto, consentono alla casa automobilistica italiana di acquisire il 100% della Chrysler senza dover ricorrere ad un aumento di capitale. Fiat infatti sborserà “solamente” 1,750 miliardi di dollari mentre il resto sarà pagato attingendo alle casse della casa automobilistica americana.
Ma tutte le informazioni dettagliate in merito all’argomento possono essere lette su qualsiasi sito di news. Quello su cui vorrei riflettere, invece, è su un altro aspetto. Sicuramente questa operazione finanziaria è moto importante per la Fiat perchè, di fatto, garantisce una finestra su un mercato importante come quello americano.
Tuttavia, ancora una volta, mi trovo a fare i complimenti ad un Marchionne finanziere (se ne parlava già da tempo di questa scalata) ma non ad un Marchionne imprenditore. Quello che vorrei dire è che al di la dell’operazione finanziaria vantagiosa la Fiat non sta facendo un gran che dal punto di vista industriale continuando a perdere quote di mercato in Italia e in Europa.
Che la Fiat non sia la Volkswagen lo sappiamo, ma il lingotto dovrebbe puntare a rilanciare la propria gamma di veicoli svecchiando l’attuale linea e proponendo qualcosa di innovativo che possa attirare i (pochi) clienti ancora intenti ad acquistare un’auto nuova.
Ma, forse, i piani della dirigenza Fiat sono altri. Quali? Questo purtroppo non ci è dato saperlo e se lo domandano anche le centinaia di persone in cassa integrazione che gravano sui conti dello stato, ossia di tutti noi. C’è anche chi si domanda perchè la Fiat abbia 1,750 miliardi da investire se poi continua a dirsi costretta a ricorrere alla cassa integrazione.
Marchionne e tutto il managment del Lingotto hanno ora una grande opportunità: attuare una forte sinergia tra le 2 case automobilistiche per competere con i big del settore sia sul mercato americano che su quello Europeo. Ma per fare questo serve una Fiat forte che ritorni leader del mercato nel settore dove è più forte (le utilitarie) sfruttando tutte le competenze e l’esperienza Chrysler nel settore che le è più ostico, ossia quello relativo alle grandi berline.
Perchè non voglio nemmeno prendere in considerazione la possibilità che (dopo tutto) Marchionne guardi solo all’america.