La Pasqua 2013 verrà ricordata per l’incredibile popolarità del nuovo Papa, ma anche per la crisi che ha stravolto uso e costumi degli italiani. Basti pensare che, stando ad uno studio realizzato dalla Coldiretti, quella del 2013 è stata la Pasqua più casalinga degli ultimi anni, con pochissimi viaggi o pranzi al ristorante. E anche se non si rinuncia alla classica gita di Pasquetta il tutto viene fatto in maniera decisamente più low cost rispetto agli ultimi anni: destinazione il più possibile vicina, pranzo al sacco e rientro a casa in serata per evitare l’albergo. D’altronde sarebbe difficile aspettarsi qualcosa di diffrente in un momento particolarmente duro per le famiglie italiane visto che solo l’1% può dirsi finanziariamente sicure. Secondo l’indagine di Genworth sulla sicurezza finanziaria ben il 47% delle famiglie italiane, ossia circa la metà, sono finanziariamente vulnerabili.
Secondo la speciale classifica realizzata in funzione dell’indice Genworth l’Italia si posiziona appena più in alto di Portogallo e Grecia ma resta dietro la Spagna.
Insomma, al di la di tutto, la situazione di crisi del nostro paese è evidente a tutti… basta guardarsi attorno per rendersi conto di quanti siano i negozi chiusi e di quanta attenzione ci sia nei confronti del risparmio. In questo contesto era inevitabile che la Pasqua venisse festeggiata in maniera meno dispendiosa che in passato.
A farne le conseguenzeMa a pagare le conseguenze della crisi non sono solo le famiglie. E’ di queste ore l’allarme lanciato da Federalberghi che cerca di richiamare l’attenzione del governo sul rischio di chiusura di migliaia di strutture turistiche con un danno notevole per l’occupazione.
Noi, nel nostro piccolo, sono almeno 2 anni che cerchiamo di sottolineare l’importanza di adottare dei provvedimenti volti a favorire il turismo straniero nel nostro paese. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, infatti, l’Italia con il suo grande patrimonio storico, artistico e naturalistico continua a perdere quote di mercato in ambito turistico.
E le strutture che chiudono o che rischiano di farlo, sono sempre di più. Perchè in un contesto come quello attuale pensare che la domanda interna possa bastare è da folli. Gli italiani viaggiano sempre meno e, quando lo fanno, cercano soluzioni alternative che permettano loro di risparmiare. Insomma nemmeno quello che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello, ossia il turismo, è più in grado di garantire posti di lavoro. Ma qui, possiamo dirlo con certezza, non è tutta colpa della crisi…