Il presidente della Banca centrale europea è tornato a parlare della crisi europea difendendosi dagli attacchi ricevuti dai parlamentari tedeschi in questi ultimi giorni. Draghi ha ribadito che la banca potrebbe sostenere i paesi in difficoltà acquistando titoli di stato con scadenza entro i tre anni. Tale limite, infatti non permetterebbero di classificare tali acquisti come aiuti in quanto non rappresenterebbero creazione di moneta. Le parole di Mario Draghi in un’udienza a porte chiuse presso il Parlamento europeo il Lunedi era molto atteso dai mercati finanziari per avere ulteriori dettagli su come la banca potrebbe contribuire a ridurre i costi di finanziamento di paesi come la Spagna e l’Italia e impedire loro di doversi trovare nella spiacevole situazione di dover ricorrere a dei veri e propri piani di salvataggio stile Grecia, Irlanda o Portogallo.
Il tutto mentre la situazione della Spagna continua ad aggravarsi e l’economia europea continua a dare segni di cedimento. Ultima, in ordine di tempo, la notizia dell’ennesimo calo del mercato dell’auto in paesi strategici come Italia e Francia dove si sta tornando a volumi simili a quelli di fine anni 60.
Tanto per rincarare la dose è arrivato puntuale anche il verdetto di Moody Investors Service che ha cambiato l’outlook per l’Unione europea per le emissioni a lungo termine portandolo a negativo (da stabile). Moody Ha ribadito che il cambiamento riflette le prospettive negative per Francia, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi (che si vanno ad aggiungere a quelle di Spagna e Italia), ossia a tutti i principali paesi dell’Unione europea.
Insomma Draghi sembra essere più che determinato ad intervenire sul mercato secondario acquistando titoli di stato a breve scadenza dei paesi in difficoltà per evitare che la curva dei rendimenti si impenni tropppo dando vita a quell’effetto domino che coinvolgerebbe l’intera Europa e non solo 1 0 2 paesi in difficoltà.
Tuttavia a rendere l’aria sempre molto tesa ci pensa, ancora una volta, la Merkel che dalla Germania si lascia scappare un azzardato attacco ai mercati finanziari. Secondo la cancelliera tedesca i mercati “non sono al servizio del popolo” perché consentono a poca gente di arricchirsi a spese della maggioranza e, proprio per questo, non devono influenzare le scelte dei governi nazionali. Per il cancelliere tedesco, quindi, l’Europa deve basarsi su “un’Unione stabile” fondata su bilanci solidi che si tengano alla larga da politiche di debito.