Il Manchester United, la prestigiosa squadra di calcio inglese, si appresta a sbarcare a Wall Street con un’ipo da 100 milioni di dollari. La mossa dei proprietari della squadra, la famiglia Glazer, era nell’aria già da un po ma fino a qualche settimana fa si valutava l’idea di quotarsi a Singapore con un’Ipo da 1 miliardo di dollari ma, vista l’alta volatilità dei mercati si è scelta un’altra strada… quella di Wall Street. Le azioni, stando alle indiscrezioni, sarebbero divise in 2 tipologie: classe A, ossia quelle oggetto dell’Ipo, che garantiscono 1 voto ciascuna e classe B, quelle che rimarranno alla famiglia Glazer, che garantiscono 10 voti ciascuna. Di fatto la famiglia Glazer manterrà il totale controllo del club nonostante la collocazione sul mercato del più prestigioso club di calcio inglese. Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i Glazer ad optare per la quotazione a Wall Street?
Se si guarda ai profitti, infatti, il Manchester United nel corso dello scorso anno ha ottenuto quasi 60 milioni di dollari in netto rialzo rispetto ai 21 milioni del 2010. Eppure il club inglese deve fare i conti con una montagna di debiti che impedirebbe ai dirigenti di tornare a costruire una squadra in grado di vincere a livello nazionale ed europeo.
Il problema del Manchester, infatti, non è tanto la redditività quanto l’impossibilità di accedere al mercato e competere con i migliori club europei per la conquista dei trofei più prestigiosi. Basti pensare che la Compagnia di assicurazioni Aon paga al team qualcosa come 31,4 milioni dollari l’anno per mettere il suo nome sulle divise della squadra mentre un accordo con il produttore di abbigliamento sportivo Nike ha fruttato ben 40 milioni di dollari solo nel 2011.
La società genera ricavi principalmente da tre fonti: canoni commerciali da sponsorizzazioni e licenze, diritti di trasmissione, e le vendite dei biglietti. Ma la vera forza del Manchester United è il suo nome riconosciuto a livello mondiale e la sua capacità di monetizzarlo come fosse un vero e proprio marchio.
Ma all’orizzonte ci sono anche delle enormi incognite che pesano, come macigni, sull’entità dei debiti del club: la concorrenza per i suoi giocatori chiave, che potrebbero essere allettati dalle offerte di altri club più competitivi a livello europeo, gli aumenti dei costi operativi, e in particolare quelli legati agli stipendi dei giocatori e gli alti costi di trasferimento.
Insomma l’Ipo a Wall Street appare come l’ultima spiaggia per il club inglese, per tornare ad essere vincente in Europa.