L’Antitrust denuncia una distorsione della concorrenza con l’introduzione della nuova imposta di bollo. Il diverso regime fiscale a cui sono sottoposti i conti deposito rispetto ai conti correnti e ai libretti di risparmio influisce negativamente sulla libera scelta dei consumatori. L’Autorità garante per la concorrenza denuncia la distorsione venutasi a creare nel mercato in seguito all’introduzione della nuova normativa che estende l’imposta di bollo proporzionale anche ai depositi postali e bancari. A partire da marzo 2012, i conti deposito sono soggetti ad una tassazione più pesante: se per libretti di risparmio e conti correnti è prevista l’esenzione per i depositi inferiori a 5.000 euro, infatti, i conti deposito non usufruiscono di questo privilegio. La tassazione sui conti deposito è stata fissata allo 0,1% annuo per il 2012, e salirà allo 0,15% a partire dal 2013.
Inoltre, sempre per i conti deposito è previsto il pagamento di un’imposta base di 34,20 euro, che aumenta in maniera proporzionale all’ammontare della cifra depositata; nel caso di conti correnti e libretti di risparmio, invece, l’imposta di bollo è fissa al minimo.
Risulta evidente il ruolo penalizzante del nuovo regime fiscale nei confronti dello sviluppo dei conti deposito: secondo l’Antitrust, i piccoli risparmiatori si troverebbero costretti ad orientarsi verso forme d’investimento meno redditizie, unicamente perché meno tassate.
Eppure, gli italiani hanno mostrato di gradire il conto deposito, che si è rivelato la forma di risparmio preferita nel 2011: si tratta infatti di una modalità di investimento alternativa, che a fronte di un investimento minimo e a costo zero offre tassi di rendimento più elevati rispetto al deposito sul libretto di risparmio o sul conto corrente. Nonostante ciò, in assenza di provvedimenti adeguati la sua diffusione rischia di incappare in una brusca frenata.
Per maggiori informazioni sui conti deposito è possibile consultare l’apposita sezione dedicata all’argomento sul sito facile.it.
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