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Dove investire durante la crisi secondo Steen Jakobsen

Steen Jakobsen, Chief Economist di Saxo Bank (banca specializzata nel trading e negli investimenti online), ha diffuso alcuni consigli su come gestire i propri investimenti in questo contesto di crisi. Visto il grande interesse dei nostri lettori per questo argomento abbiamo deciso di riproporvi questo documento diffuso dall’ufficio stampa di Saxo Bank. Steen Jakobsen ha prospettato quattro possibili scenari conseguenti all’uscita della Grecia dall’Euro e, per ogni scenario ci fornisce degli interessanti consigli di investimento che abbiamo voluto riproporvi in queste pagine. Ovviamente per ognuno dei punti trattati da Steen Jakobsen ci siamo permessi di aggiungere le nostre considerazioni sia circa le probabilità che si verifichino sia circa le proposte di investimento ad esse collegate.

Ovviamente ci aspettiamo di poterne parlare insieme a voi nello spazio dedicato ai commenti che trovate in fondo alla pagina ricordandovi che quanto riportato in queste pagine non rappresenta un consiglio di investimento ma deve essere interpretato al solo fine informativo. Qualora si decidesse di mettere in pratica le tipologie di investimento trattate consigliamo di contattare un consulente finanziario di propria fiducia evitando il fai da te.

1) Riduzione dell’“Aspetta e spera” (probabilità del 35%)

Opinione di Steen Jakobsen: è la conseguenza di un default sregolato della Grecia, che lascerebbe l’UE senza pagare i propri debiti. Questa situazione porterebbe ad una forte pressione sui paesi periferici e il mercato (future STOXX 50) toccherebbe il minimo del 2009 a 1765. L’investimento ideale prevede un 50% del portafoglio in cash, un 25% in posizioni short su CFD su indici globali o locali e un restante 25% in obbligazioni corporate di alta qualità.

Opione di Economyonline.it: secondo la nostra visione la probabilità che la Grecia possa uscire dall’euro si è leggermente ridotta visto che gli ultimi sondaggi sulle prossime elezioni di Giugno hanno visto calare i consensi dei partiti antieuropeisti. Tuttavia resta una possibilità concreta e, a nostro avviso, potrebbe essere il punto di partenza che porti, nel corso di 12-15 mesi alla fine dell’euro. Condividiamo il consiglio di investimento di Jakobsen anche se riteniamo che sarebbe opportuno alzare il livello di cash al 70%.

2) Continuazione dell’“Aspetta e spera” fino alla “giapponesizzazione” (probabilità del 45%)

Opinione di Steen Jakobsen: sarebbe l’incubo peggiore per la maggior parte delle persone in Europa e vedrebbe i governi continuare a tagliare i tassi e attuare misure di aumento della liquidità; un fallimento non porterebbe necessariamente a un arresto (basti pensare al Giappone). In questa situazione è necessario avere assett class e un orizzonte temporale che protegga da crescita e rendimenti lenti: 25% su oro/argento, 15% su altre risorse tangibili quali prodotti agricoli ed energetici (ETF o CFD su commodity a seconda dell’orizzonte temporale di investimento), 25% in cash, 10% in obbligazioni corporate e 25% in azioni ad alto rendimento.

Opione di Economyonline.it: non condividiamo assolutamente la probabilità al 45% di questa prospettiva. Riteniamo, al contrario, che questo scenario sia uno dei peggiori e, speriamo, uno dei meno probabili. Pertanto, dal punto di vista dell’investimento, riteniamo opportuno valutare un eventuale investimento in oro/argento lasciando il resto del portafoglio completamente cash.

3) Germania per la salvezza (probabilità del 15%)

Opinione di Steen Jakobsen: per assicurare la sopravvivenza dell’unione attuale, la Germania, che ha sempre finito per supportare l’UE all’ultimo minuto, dovrebbe firmare una garanzia illimitata per il resto dell’Eurozona, misura non consentita dalla costituzione. Se, però, dopo l’uscita di due paesi dall’unione la Germania accettasse la formazione di un’Eurozona fiscale e la svalutazione della moneta unica, l’Europa sarebbe “salva”. In questo caso, Jakobsen consiglia un portafoglio diviso tra azioni di aziende solide (50%), Corporate Credits (25%) e bond italiani e spagnoli (25%); inoltre, essere short su EURUSD è un must in questo scenario.

Opione di Economyonline.it: forse c’è più del 15% delle probabilità che questo scenario si verifichi. La Germania negli ultimi anni è sempre stata molto adita a puntare il dito contro i paesi in difficoltà minacciando di non voler fornire aiuti finanziari salvo poi tornare sui suoi passi non appena messa alle strette. Non bisogna dimenticare che proprio la Germania è il paese che più di tutti sta benefiando di questa crisi. Condividiamo l’operatività short su Eur/usd ma decisamente meno quello sull’azionariato. Al contrario riteniamo interessante avere una buona porzione del portafoglio cash per avere la possibilità di assumere posizioni non appena passata la tempesta.

4) Rivoluzione e guerra (probabilità del 5%)

Opinione di Steen Jakobsen: è la situazione meno probabile e prevede una perdita di fiducia nelle banche, nei governi e nella valuta locale, con conseguente avvicinamento al baratto. Non esiste una strategia di investimento veramente buona per questo scenario – comprare fisicamente oro, argento e altre risorse tangibili è l’unica soluzione.

Opione di Economyonline.it: nonostante le tantissime tensioni sociali nei paesi dell’eurozona ci riteniamo d’accordo sul fatto che questo sia lo scenario meno probabile. In questo caso si avrebbe la fine dell’euro (ovviamente) quindi l’unico investimento plausibile, se fatto anticipando i tempi, sarebbe quello di acquistare dollari.

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