I cds, credit default swap, rappresentano un ottimo parametro per valutare il rischio di un paese specialmente in un contesto difficile come quello che stiamo attraversando. E proprio analizzando i cds dei principali paesi della zona euro si può capire quale sia la possibilità che una tra Italia e Spagna sia la prossima vittima della speculazione. Entrambi i paesi, infatti, sono considerati i punti deboli dell’Europa ossia quelli che risentiranno maggiormente di una probabile uscita della Grecia dall’Euro. Non a caso, proprio nelle ultime ore, qualche analista ha incominciato a ritenere verosimile che, qualora ci fosse una escalation della crisi ellenica entro 24 ore la Spagna potrebbe avere problemi di liquidità per un assalto agli sportelli bancari. Insomma una vera e propria ondata di panico che spingerebbe migliaia di risparmiatori (spagnoli prima e italiani poi) a ritirare velocemente i propri risparmi dai conti correnti bancari.
Per quanto riguarda Italia e Spagna i relativi CDS sono arrivati a quotare ampiamente sopra 500 (quota definita critica) ed esattamente 502 per i cds italiani e 546 per quelli spagnoli. tanto per fare un esempio i cds francesi sono a quota 217. Stesso discorso si può valutare per quanto riguarda lo spread con quello italiano a quota 430-440 punti base e quello spagnolo ormai stabile sopra quota 480 punti.Qui di seguito riportiamo il grafico dei cds italiani
e di quelli spagnoli.
Anche analizzando i cds delle principali banche europee la situazione non migliora di molto: i cds di Unicredit e di banca Intesa (i 2 principali istituti di credito italiani) quotano, rispettivamente, 539 e 503, mentre BBVA e Banco Santander sono a 486 e 439.
Insomma il rischio per Italia e Spagna è elevatissimo ma, a questo punto, potremmo dire che il rischio è massimo per tutti i paesi dell’eurozona (e non solo) in quanto se dovessero fallire 2 economie come quella italiana e quella spagnola difficilmente qualcune si potrebbe dire immune.
Nemmeno la Germania, che anche ieri ha collocato titoli di stato a prezzi irrisori, potrebbe dirsi al sicuro, anzi le banche tedesche, proprio per l’immensa mole di credito che hanno nei confronti degli istituti di credito dell’eurozona, sarebbe tra le prime a subire il tracollo.
A questo punto non resta che in qualche miracolo (leggi eurobond) che possa allentare, almeno nel breve periodo, la tensione sui paesi dell’area del mediterraneo evitando che lo spread, e di conseguenza i rendimenti dei titoli di stato, arrivino su livelli non più sostenibili e che l’intero sistema crolli definitivamente. Ma forse ormai la strada è già segnata.
Cosa sono i credit default swap
Essendo questo un sito di informazione economica e finanziaria rivolto a tutti, esperti e non, riteniamo opportuno dare una veloce (ed estremamente semplificata) spiegazione su cosa siano i cds. Per chi non lo sapesse i credit default swap (detti, appunto, CDS) sono dei derivati creditizi che hanno la funzione di trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. Il CDS viene solitamente utilizzato come fosse una sorta di polizza assicurativa ossia una copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione.
Proprio per questo i credit default swap sono utilizzati come parametro importante per valutare il rischio di fallimento di uno stato sovrano. Quindi maggiore sarà il valore del CDS e maggiore è il rischio che quel paese possa avere difficoltà finanziarie o, addirittura, fallire.