Giornata terribile quella di ieri sui mercati per via del panic selling che si è scatenato sui mercati dopo che è stata diffusa la notizia del mancato accordo tra i partiti della Grecia per la costituzione di un governo tecnico di transizione. Ora il paese dovrà riaffrontare delle nuove elezioni nel mese di Giugno con la grande probabilità che ne escano vittoriosi i partiti antieuropeisti che, non applicheranno le misure imposte dagli organismi internazionali come contro partita degli aiuti. Insomma l’ipotesi di un’uscita veloce di atene dall’euro (ossia entro 2 mesi) sembra essere sempre più certa anche se i risvolti politici ed economici per l’eurozona e per la grecia stessa sono tutt’altro che banali. Le prime stime dei costi da sostenere nel caso l’euro perdesse uno dei suoi stati membri sarebbero altissimi per tutti gli europei e non solo per i greci. Ma, ovviamente, si tratta solo di stime perchè nulla può essere previsto in uno scenario tanto catastrofico come quello che si sta delineando all’interno del vecchio continente.
Il “non sapere a cosa si va incontro” è anche il motivo del panico registrato sui mercati ogni qual volta si parla di Grecia. Anche ieri all’arrivo della notizia di un mancato accordo dei partiti e del ritorno alle urne tutti i mercati hanno girato in negativo con perdite importanti sia in Europa che al di la dell’atlantico. Gli investitori sembrano volersi allontare da tutto ciò che riguarda l’Euro, eccezion fatta per i titoli di stato tedeschi considerati, in questo momento, il bene rifugio per eccellenza (ma sarà davvero così?).
Perfino il presidente del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha ribadito che “Gli effetti di una degenerazione della crisi greca potrebbero essere molto difficili da valutare e potrebbero dar vita ad un periodo ricco di confusione“. D’altronde la situazione nell’eurozona, Grecia a parte, non è poi tanto positiva. Proprio ieri sono stati diffusi i dati sul pil con risultati sbalorditivi: vanno male tutte le principali economie del vecchio continente (tra le poche eccezioni spicca la Germania) a cominciare da Italia, Spagna e Francia. E se valutiamo i dati sulla produzione industriale i risultati sono, forse, ancor più negativi.
Cosa succede la Grecia esce dall’Euro?
Ovviamente, come abbiamo già sottolineato, si aprirebbe una strada completamente nuova e imprevedibile. Tuttavia l’ipotesi più accredita parla di una svalutazione del 70% della nuova valuta del paese che provocherebbe un crollo dei salari dei lavoratori e un’inflazione altissima nel breve periodo (si parla di una possibile inflazione al 20%).
Ovviamente verranno nazionalizzate le banche e bloccati i conti correnti bancari con limite di spesa e blocco dei bancomat per il prelievo dei contanti. Se poi, come è facile che sia, il paese decidesse di non ripagare il suo debito (come fece a suo tempo l’Argentina) i costi per l’eurozona sarebbero altissimi. Qualche analista ha stimato in circa 11 mila euro a cittadino il costo di un’uscita dall’euro. In effetti il debito greco è quasi tutto in mano alla BCE e ai paesi dell’Unione Europea per un valore complessivo di circa 190 miliardi di euro (compresa una quota in mano al Fondo monetario internazionale).
Senza considerare che i paesi più in difficoltà, come Spagna e Italia, sarebbero oggetto della speculazione con lo spread che tornerebbe su livelli altissimi, cosa che farebbe lievitare i tassi di interesse dei nostri titoli di stato ben oltre i livelli già fin troppo alti di ora.
Ma ci sarebbero da considerare, anche, i risvolti sociali: uno scenario di questo tipo, oltre ai drammatici risvolti economici, aprirebbe la strada a delle tensioni sociali ben peggiori di quelle registrate fino ad ora con conseguenze incalcolabili.
Tanto per avere un’idea di quello che potrebbe accadere quando la Grecia uscirà dall’euro ecco un video di “Servizio Pubblico” che testimonia alcuni effetti della crisi nel paese fino ad ora. Come abbiamo detto lo scenario sarebbe pen peggiore…
Insomma lo scenario che ci apprestiamo a vivere è dei più drammatici. Non resta che attendere e sperare per il meglio…
Continua a leggere:
- Grecia fuori dall’euro entro 2 mesi: secondo le ipotesi di alcuni importanti economisti (tra cui il premio nobel Krugman) l’uscita dall’euro di Atene avverrà entro 2 mesi;
- il declino del lavoro in Italia: il lento declino del lavoro in Italia sta portando la disoccupazione a livelli altissimi con picchi del 30% tra i giovani;