Basandoci sui dati diffusi dall’Eurosta relativi alla produzione industriale nei paesi dell’eurozona abbiamo potuto fare il punto della situazione sullo stato di salute dell’economia all’interno del cuore della crisi. Il quadro che ne esce è estremamente negativo in quanto mediamente si è registrato un calo dello 0,3%. Tuttavia la situazione appare drammatica se si esaminano nel dettaglio le principali potenze economiche della zona e, in particolare, Francia, Germania, Italia e Spagna. Mentre le prime 2 sembrano tenere il passo (a dire il vero la Francia con molta fatica) Italia e Spagna stanno facendo registrare dei risultati estremamente negativi e ampiamente al di sotto della media dell’eurozona. Nel mese di Marzo 2012 la produzione industriale in Italia è diminuita del 5,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno contro il -1,2% della Francia e il +1,4% della Germania.
Non va molto meglio alla Spagna che fa registrare un calo del 7,5%, non molto lontana dai livelli della Grecia che a Marzo ha subito una contrazione dello 8,5%. Fa meglio della Spagna e dell’Italia perfino il Portogallo (si proprio il portogallo in fortissima crisi…) che si ferma ad un -5,7% e l’Irlanda a -3,2%.
Nel complesso possiamo dire che l’eurozona sta risentendo in maniera decisa della crisi economica e i paesi più colpiti sono proprio quelli che in questi giorni di tensione stanno subendo l’attacco speculativo sui mercati.
Basti pensare che Piazza affari e Madrid stanno quotando su valori minimi rispetto alle quotazioni degli ultimi 10 anni (Piazza affari si avvicina pericolosamente al minimo del 2009) segno che il mercato sta punendo proprio le economie più fragili e, quindi, più a rischio.
Ampliando lo sguardo è interessante notare come nel solo mese di marzo 2012 (rispetto allo stesso periodo del 2011), la produzione di energia sia sceso del 7,3% se si considera la sola zona euro e del 6,3% in prendendo in considerazione l’UE a 27. L produzione di beni di consumo durevoli è scesa del 6,7% (Eurozona) e 5,5% (UE 27) mentre la produzione di beni non durevoli di consumo è diminuita rispettivamente del 3,8% e del 2,4%.
Considerando gli Stati membri per i quali sono disponibili dati aggiornati al mese di Marzo 2012, la produzione industriale è scesa in quindici ed è aumentata in otto, dato alquanto significativo sullo stato di salute dell’economia nel vecchio continente. Tanto per fare qualche esempio le contrazioni più forti si sono evidenziate in Lussemburgo (-11,3%), Grecia (-8,5%), Spagna (-7,5%), Estonia e Finlandia (-6,1%) e Italia (-5,8%).
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