L’Ungheria, come avevamo anticipato per tempo, è un paese che sta vivendo un momento di grande difficoltà. La notizia di questi giorni è che sono riprese le trattative per dar vita ad un possibile aiuto finanziario al paese per permettere il rifinanziamento dei 4 miliardi di euro di debito in scadenza nel corso di quest’anno. Questo martedì Barroso, presidente della Commissione Europea, e Vicktor Orban, primo ministro ungherese, si sarebbero incontrati per decidere in merito alle richieste fatte dalla UE in merito a degli squilibri democratici all’interno del paese dovuti ad una proposta di legge che minerebbe l’indipendenza dei giudici e l’equità dei processi. Insomma l’Europa si trova a dover sostenere un’altro paese dell’unione anche se, questa volta, si parla di cifre sensibilmente ridotte rispetto a quanto già stanziato a Irlanda, Portogallo o Grecia.
Tuttavia, secondo indiciscrezioni, sembra che sul piatto della trattativa ci siano anche modifiche all’attuale politica fiscale del governo del paese. Insomma le posizioni sembrano, al momento, molto distanti ma la necessità di un aiuto finanziario che aiuti a stabilizzare i titoli di stato del paese sul mercato finanziario fanno pensare che l’accordo sia molto vicino.
Da parte sua il governo ungherese ha promesso di attuare un piano di austerity con interventi volti a tagliare le spese e ad imporre nuove tasse per ridurre il deficit al 2,5% per il 2012 e al 2,2% per il 2013. Tuttavia proprio su questo punto sarebbe il caso di fare una considerazione.
Per abbattere il deficit sarebbe opportuno, come a ricordato anche Mario Draghi in una riunione con i deputati della Commissione economica dell’assemblea comunitaria, lavorare molto sul taglio della spesa eliminando quelle voci superflue o improduttive piuttosto che aumentare le tasse. Questo perchè, a dire di Draghi, un aumento delle tasse non può permettere ad un paese di uscire dalla crisi inibendo, di fatto, la crescita.
E’ singolare vedere, invece, come i governi di mezza europa soddisfino la necessità di rispettare i vincoli di bilancio mettendo nuove imposte o aumentando quelle già esistenti.
Tornando all’Ungheria la situazione va monitorata con molta attenzione anche per via della fortissima presenza del gruppo Unicredit che con la sua controllata ungherese rappresenta uno dei principali gruppi bancari del paese. Un eventuale amplificazione della crisi del paese, visto il delicato contesto finanziario dell’intera Europa, potrebbe proiettare l’Ungheria in una spirale recessiva molto pericolosa.
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