Continua la nostra panoramica sui paesi europei più in difficoltà. Stavolta è il caso di parlare dell’Irlanda e dell’enorme sforzo che il paese sta attuando per riqualificare i propri lavoratori con l’obiettivo di abbassare una disoccupazione tornata a livelli di massima allerta. Secondo il Wall Street Journal, infatti, la disoccupazione in Irlanda è tornata a livelli più alti del 2009 sfiorando il 15% (14,6% per la precisione). Questo sta portando ad un aumento del numero di persone che non riesce a pagare la rata del mutuo. Attualmente sono circa 76.400 i mutuatari in difficoltà, ossia il 17% in più rispetto all’anno precedente segno che la crisi sta tornando a farsi sentire in maniera molto violenta. Molti lavoratori sono stati costretti ad accettare salari inferiori pur di mantenere il proprio posto di lavoro o ad accettare lavori meno retribuiti pur di avere uno stipendio.
Il governo del paese ha dato vita ad un massiccio programma di riqualificazione del lavoro per formare la popolazione verso quelle qualifiche di cui l’economia del paese necessita. Questo, spesso, vuol dire dover tornare a fare lavori che fino a qualche anno fa venivano snobbati come, ad esempio, lavorare nelle fabbriche della lavorazione della carne, mercato estremamente importante per l’Irlanda.
Ma quello che più preoccupa è la durata della disoccupazione media. E’ stato più volte dimostrato da studi di altissimo livello che più tempo una persona rimane senza lavoro più diminuiscono le possibilità che la stessa torni a lavorare. Per questo è fondamentale riqualificare i lavoratori per permettere loro di tornare nel più veloce tempo possibile nel mondo del lavoro.
In Irlanda, nel 2011,circa il 60% delle persone senza un impiego sono considerati disoccupati di lunga durata con un aumento del 50% rispetto al 2010. Il problema è che molti di questi lavoratori ora disoccupati vengono da incarichi importanti e ben retribuiti e non è sempre facile adattarsi (anche psicologicamente) ad un impiego modesto e molto meno retribuito.
In questo sono sicuramente più agevolati i giovani che possono contare su una maggiore flessibilità e una capacità di adattamento maggiore rispetto ad un lavoratore di 50 anni che deve adattarsi a fare un lavoro diverso da quello fatto fino a quel momento e ad un salario decisamente più basso.
Secondo il Wall Street Journal questa sfida dell’Irlanda sarà molto importante anche per l’Europa in genere in quanto i lavoratori del paese sono molto più qualificati rispetto a quelli di altri paesi in difficoltà dell’eurozona come la Grecia o la Spagna. Se dovesse fallire il tentativo di riqualificazione dei lavoratori che si sta tentando in Irlanda sarebbe un brutto segnale per l’Europa intera.
Dobbiamo rassegnarci tutti a dover ridurre il nostro tenore di vita?
Il caso dell’Irlanda è un po quello che sta accadendo anche in Grecia e sarà quello che, con molta probabilità, accadrà anche in Spagna, Italia e forse in Francia. Insomma dobbiamo abituarci all’idea che il tenore di vita a cui eravamo abituati non è più sostenibile?
Secondo molti economisti il problema è proprio quello. L’ex primo ministro della Malesia, Mahatir Mohamad, ha dichiarato che “l’Europa deve fronteggiare la realtà di una situazione economica deteriorata cui deve far fronte attraverso un ridimensionamento delle condizioni di vita dei suoi cittadini che devono prendere coscienza di essere più poveri e adeguare il loro tenore di vita”.
Insomma l’Italia è avvertita: all’orizzonte i sacrifici che saranno chiesti alla popolazione saranno grandi perchè a meno di qualche miracolo a cui è davvero difficile credere è impossibile pensare che si possa andare avanti così ancora a lungo.