Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi di Confindustria, ha illustrato le opportunità che la crisi offre al nostro paese per arrivare ad una svolta epica. Durante l’intervento al convegno “Cambia Italia” dal titolo “Come fare le riforme e tornare a crescere“, Paolazzi ha illustrato come la crisi economica possa rappresentare un punto di svolta per la nostra economia. Secondo il direttore del dentro studi di confindustria, infatti, la situazione precaria che stiamo attraversando da alcuni mesi avrebbe creato i presupposti per avviare alcune importanti riforme di cui il paese aveva bisogno da moltissimo tempo. Secondo i dati del centro studi il benessere dei cittadini italiani si è sensibilmente ridotto a partire dalla seconda metà degli anni 90 e solo attraverso le riforme si potrà invertire la rotta e tornare a crescere.
Senza le riforme le stime di Confindustria parlano di un pil pro capite che sarà di circa 2760 euro nel 2030, ossia di 253 miliardi più elevato di oggi. Tuttavia con le riforme il potenziale di crescita del nostro paese potrebbe essere di ben 872 miliardi di euro, ossia 11.160 per ogni cittadino. Ovviamente si parla di studi che danno dei valori approssimativi ma che possono essere presi a riferimento per valutare i benefici che si potrebbero ottenere qualora vengano attuate le riforme di cui necessita il paese per recuperare competitività rispetto alle altre super potenze economiche.
Secondo Paolazzi “Per fare delle buone riforme bisogna tener conto di questi nove fattori: imparare dalle crisi, comunicare i frutti delle riforme e i costi dello status quo, indicare chi è più colpito dallo status quo, meglio il big bang, il disegno delle riforme deve essere coerente e continuo nel tempo, occorre una maggioranza coesa, non basta fare leggi, ma incidere sui comportamenti, partire dal risanamento macroeconomico“.
Ma il monito va anche nei confronti della politica italiana perchè le riforme non possono essere realizzate se non c’è un governo compatto sostenuto da una maggioranza solida che dia la possibilità di effettuare cambiamenti, delle volte, anche molto dolorosi.
Tra le priorità per recuperare competitività a livello economico Confindustria indica l’allentamento della burocrazia, un mercato del lavoro più aperto a giovani e donne, recuperare efficienza nella produttività e rendere meno pesante il carico fiscale per le famiglie e le imprese.
Insomma l’Italia sarebbe ad un bivio: da un lato c’è la possibilità di tornare a crescere e recuperare quella forza che ci permetterebbe di triplicare il benessere collettivo, mentre dall’altra la prospettiva di subire un ulteriore rallentamento della nostra economia perdendo ulteriormente terreno rispetto alle altre potenze economiche come Inghilterra, Germania o Francia.
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