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Spagna, un paese in crisi

Neanche il tempo di accantonare il problema relativo alla Grecia (tra l’altro ancora da risolvere) che l’Europa si trova a dover affrontare una nuova sfida. Si tratta della Spagna, un paese fortemente in crisi che rischia di aver bisogno di aiuti internazionali a breve. Il paese, infatti, seppur in grado di vantare un debito pubblico molto più basso del nostro, ha un’economia provata dall’altissima disoccupazione che ha raggiunto la pericolosa soglia del 20% (ricordiamo che l’Italia ha una disoccupazione tra l’8 e il 9%). Ma oltre alla mancanza del lavoro la Spagna è oggetto di una fortissima crisi del settore immobiliare che ha creato una vera e propria bolla pronta ad esplodere da un momento all’altro, come testimoniano le sofferenze, in crescita, sui mutui concessi dalle banche. Non a caso aumentano le banche in difficoltà mentre le prime stime parlano di circa 50 miliardi di euro necessari per far adeguare gli istituti di credito spagnoli alle richieste dell’Eba.

Si tratta di una bruttissima gatta da pelare per l’Unione Europea che, un po a sorpresa, si deve preoccupare di affrontare il caso Spagna quando tutti pensavano che il prossimo paese a rischio sarebbe stato il Portogallo. Spagna che fino ad un mese fa veniva considerata, dai mercati finanziari, un paese più sicuro dell’Italia come testimoniato dallo spread, che fino ad una decina di giorni fa ci vedeva penalizzati rispetti ad i titoli di stato di Madrid.Ora, a quanto pare, il mercato si fida di più dell’Italia complice, anche, la cura del governo tecnico guidato da Monti che ha ridato credibilità internazionale al nostro paese e grazie alla maggiore solidità della nostra economia.

LA crisi in Spagna

Come abbiamo detto la situazione in Spagna è piuttosto tesa: ieri ci sono state delle manifestazioni di protesta (in attesa dello sciopero generale del 29 Marzo) in diverse città del paese, da Madrid a Barcellona passando per Siviglia e Valencia, per protestare contro la riforma del lavoro varata dal premier Mariano Rajoy.

Una riforma che, al di la delle valutazioni sull’efficacia in se per se, mira a combattere la disoccupazione altissima che affligge il paese specialmente tra i giovani dove uno su 2 è senza lavoro. Inoltre quei pochi che ne hanno uno non arrivano a guadagnare più di 800 euro al mese tanto da essere stata definita la generazione dei nimileuristas, ossia la generazione che non vedrà mai i 1000 euro al mese.

Basti pensare che una stima ha indicato che il 55% dei giovani Spagnoli sotto i 34 anni vive con i genitori perchè non è in grado di mantenersi economicamente.

Insomma la Spagna rappresenta una sorta di bomba ad orologeria pronta a scoppiare da un momento all’altro con il rischio di trascinare con se l’intera eurozona. Perchè se un paese come la Grecia è in grado di provocare una crisi come quella che stiamo vivendo figurarsi cosa potrebbe accadere se degenerasse la crisi di un paese come la Spagna la cui economia è molto più grande di quella di Atene.

Non a caso fonti non ufficiali sostengono che l’Eurogruppo in programma oggi si occuperà di affrontare anche il caso Spagna e quello relativo al Portogallo per valutare la situazione e mettere in programma eventuali misure di sostegno che scatterebbero solo se la situazione dovesse precipitare.

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