In queste ultime sedute l’andamento dei titoli bancari è stato davvero disastroso con perdite che, in alcuni casi, sono state davvero molto rilevanti. Tanto per fare un esempio nell’ultima seduta di ieri Unicredit ha perso oltre il 6%, Intesa San Paolo il 2,23%, il Monte dei Paschi di Siena il 3,28% e il Banco popolare ben il 3,55%. Questo pessimo andamento è dovuto alla mancata proroga del provvedimento restrittivo della Consob in materia di posizione nette corte sui titoli del comparto finanziario. In pratica da lunedì si potrà riprendere a operare short sui titoli, stessa decisione presa a metà febbraio da Francia, Spagna e Belgio. Anche li nei giorni precedenti alla reintroduzione dell’operatività short le quotazioni dei bancari avevano subito dei clamorosi tonfi salvo poi riprendere le normali quotazioni nei giorni seguenti.
Tuttavia non è detto che lo stesso discorso si possa applicare anche ai titoli bancari italiani che stanno attraversando un periodo (piuttosto lungo a dire il vero) davvero molto difficile in cui hanno bruciato gran parte della propria capitalizzazione.Tanto per fare un esempio Unicredit è passata da quotare poco più di 4 euro al 31 Dicembre 2011 per scendere a quota 3,81 euro di ieri passando per un terribile tonfo sotto quota 2,50 in apertura dell’aumento di capitale cominciato la prima metà di Gennaio. Intesa, invece, sembra reggere meglio il confronto in quanto dall’inizio dell’anno è riuscita a riguadagnare qualcosa passando da poco più di 1,30 euro a 1,448 della chiusura di ieri.
Se prendiamo in considerazione lo stesso grafico per quanto riguarda il Monte dei Paschi si evince che anche in questo caso dall’inizio dell’anno si è passati da una quotazionedi circa 27 centesimi ai 0,3860 di ieri con un guadagno di circa il 40%. Stesso discorso anche per il Banco Popolare che passa da poco più di 1 euro ad una valutazione di 1,4130 di ieri.
Analizzando questi dati possiamo effettuare delle interessanti valutazioni. Tra i principali gruppi bancari Unicredit è l’unico titolo che ha fatto registrare un andamento negativo dall’inizio dell’anno anche se bisogna riconoscere che è stato anche l’unico a dover affrontare, nel periodo preso in esame, un aumento di capitale.
Tuttavia analizzando i grafici di lungo periodo la storia cambia assumendo toni quasi drammatici. Dal 2007 ad oggi Unicredit è passata da una quotazione di oltre 40 euro ad azione agli attuali 3,81. Intesa San Paolo, nello stesso periodo è passata dagli oltre 5 euro agli attuali 1,448 mentre Mediobanca (che oggi vale poco meno di 5 euro) nel 2007 quotava ben 16 euro ad azione.
Stessa sorta toccata al Monte dei Paschi di Siena che è passata dagli oltre 3 euro di 5 anni fa agli attuali 0,38 della giornata di ieri. Analizzando i titoli bancari nel lungo periodo, quindi, si evince che nella totalità dei casi presi in esame l’eventuale investimento sarebbe stato disastroso.
Non a caso sono tantissimi i piccoli e medi risparmiatori che hanno visto bruciare il proprio capitale nel corso degli anni da un andamento dei titoli bancari che gli stessi promotori spacciavano per “sicuri”. Purtroppo, come abbiamo più volte sottolineato, i titoli bancari quotati a Piazza Affari sono titoli molto speculativi che possono essere valutati dai non addetti ai lavori per operazioni di breve periodo ma sempre mettendo in considerazione la possibilità di andare in contro ad un’altissima volatilità e, quindi, alla possibilità di dover sopportare grandi perdite.
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