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Mps e Unicredit: fusione in vista?

Da qualche giorno a questa parte girano strane voci circa una possibile fusione tra 2 delle principali banche del nostro paese, ossia Unicredit e Monte dei Paschi di Siena. Premttiamo che si tratta ancora solo ed esclusivamente di voci e, quindi, non c’è nulla di verificabile o di ufficiale al riguardo. Queste voci di corridoio sono state alimentate dall’uscita di Caltagirone dal cda (con relative dimissioni dalla carica di vicepresidente) del Monte dei Paschi per entrare pesantemente in Unicredit con una quota del 2% circa. Una mossa che in molti hanno interpretato in maniera dubbia e che ha contribuito ad alimentare sospetti su una eventuale fusione tra le 2 banche visto che per la banca di Siena si prospettano dei mesi di fuoco per via delle richieste dell’Eba che ha richiesto 3,2 miliardi di capitale aggiuntivi entro giugno per rafforzare il patrimonio.

Ovviamente una eventuale fusione sarebbe accolta con clamore perchè darebbe vita ad un colosso bancario anche se, per il momento, è prematuro fare previsioni senza avere in mano delle dichiarazioni ufficiali che facciano chiarezza sulla vicenda. Tuttavia qualche analista si è avventurato in una prima analisi e il verdetto è che una fusione di MPS con Unicredit avrebbe meno sovrapposizioni rispetto a una fusione tra MPS e Intesa Sanpaolo.

Tuttavia c’è da considerare anche altri fattori, primo tra tutti il contesto finanziario che il comparto bancario europeo sta attraversando. Su tutti pesa la crisi del debito e l’esposizione verso quei paesi a forte rischio come la Grecia, il cui default è sempre più vicino. Per fortuna le banche italiane sono molto poco esposte verso il paese ellenico.

Altri problemi arrivano dal Portogallo, paese in grandissima difficoltà, che molti analisti danno ormai avviato al default e di cui abbiamo ampiamente parlato qualche giorno fa (crisi del portogallo). Tuttavia anche in questo caso le nostre banche sono meno esposte di altri istituti di credito europei e un eventuale default le penalizzerebbe in menira molto leggera.

Un altro aspetto da tenere in considerazione, invece, è la necessità dei 2 istituti di credito di riorganizzare il proprio business e il proprio management. Questo aspetto potrebbe essere un limite, in quanto in vista di una riorganizzazione dei vertici non c’è stabilità al comando, ma anche un’opportunità perchè si potrebbe dar vita ad un’ipotetica fusione con un unico centro direzionale frutto del processo di riorganizzazione.

Inoltre anche l’uscita di Caltagirone dal Monte dei Paschi per entrare in Unicredit potrebbe avere poco o nulla a che fare con una fusione ma potrebbe anche essere visto come una possibile opportunità visto che il titolo Unicredit ha dimostrato di essere quello più interessante e a buon prezzo tra i bancari italiani.

Insomma non resta che aspettare qualche altro segnale per capire se la fusione tra le 2 banche italiane è solo frutto delle fantasie di alcuni analisti oppure è qualcosa di più.

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