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Italiani sempre più poveri: si torna agli anni 90

Gli italiani stanno velocemente diventando più poveri. Questo è quanto emerge dal rapporto dell’Istat sul rapporto tra prezzi e salari che vede le famiglie italiane perdere costantemente potere di acquisto tanto da essere tornati sui livelli dei primi anni 90. Un aspetto della crisi economica che abbiamo più volte documentato e che sta assumendo un aspetto sempre più drammatico ogni giorno che passa. Le recenti misure di austerity volute dal governo per contenere il debito pubblico rischiano, purtroppo, di peggiorare la situazione. E se gli italiani perdono potere di acquisto a risentirne è l’intera economia come testimoniano i recenti dati sui fallimenti delle imprese.

Basti pensare che secondo i dati diffusi dall’Istat le retribuzioni contrattuali orarie sono salite a Dicembre solo dell’1,4%, ossia il dato peggiore dal 1999. Se consideriamo che i prezzi al consumo sono aumentati del 3,3% ci rendiamo conto di come il potere di acquisto degli italiani si stia deteriorando rapidamente.

Complessivamente nel corso del 2011 le retribuzioni sono cresciute del 1,8% mentre l’inflazione è al 2,8% raggiungendo il più alto divario dal 1995. E visto che la tendenza è in crescita c’è da immaginare che il dato sarà confermato anche per quanto riguarda il mese di Gennaio 2012 aggravando ulteriormente la precarietà di molte famiglie di cui abbiamo già ampiamente documentato la difficoltà a far fronte a prestiti e mutui.

Secondo molti analisti una delle conseguenze della crisi economica è stata quella di congelare le buste paga (come testimoniano gli oltre 4 milioni di lavoratori con il contratto scaduto in attesa di un rinnovo che non arriva). Questo insieme all’aumento dei prezzi dovuto all’aumento delle accise sui carburanti e all’aumento dell’Iva ha prodotto un divario tra reddito e costo della vita ai limiti della sopportabilità.

Il governo è chiamato quanto prima a varare delle misure per far tornare a crescere l’economia italiana ridando fiducia ai consumatori e invertendo quanto prima l’andamento del divario tra reddito e inflazione. Il rischio, in caso contrario, è quella di una ulteriore diminuzione dei consumi e di un aggravarsi della recessione visto che le stime per il 2012 parlano di una crescita intorno al -2,2%.

Ovviamente i commenti più preoccupati arrivano dalle associazioni dei consumatori che denunciano da mesi la situazione di gravissima crisi in cui sono costrette a vivere migliaia di famiglie. Tuttavia molta preoccupazione viene espressa anche dal fronte delle imprese, perchè se i consumatori perdono potere di acquisto le aziende non possono vendere i propri prodotti aumentando le scorte in magazzino.

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