Unicredit, una delle principali banche italiane – attualmente alle prese con un poderoso piano di ripatrimonializzazione, parlerà sempre più spesso l’arabo. Il fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti ha infatti fatto sapere che salirà a quota 6,5 punti percentuali del capitale sociale della banca di piazza Cordusio, perseguendo una strategia di internazionalizzazione che dovrebbe rafforzare la posizione nella compagine societaria dell’azienda di credito.
Secondo quanto affermato dal presidente di Aabar (il fondo di Abu Dhabi che vuole salire nel capitale Unicredit), Khadem al Qubaisi, infatti, “questo investimento aggiuntivo conferma il supporto alla banca e al management”, ritenendo altresì che “il successo dell’attuale aumento di capitale aiuterà a rafforzarel a base patrimoniale di Unicredit e porterà un outlook più positivo per il futuro”.
Anche alla luce del passato comportamento della società, sembra pertanto che l’investimento arabo in Unicredit non sia solamente un mero impiego finanziario, quando una mossa strategica per cercare una più opportuna influenza nel consiglio di amministrazione.
Già oggi, infatti, la Aabar Luxembourg (la società europea attraverso la quale il fondo detiene le quote nella banca) possiede una partecipazione massima (oltre la quale andrebbe incontro alle limitazioni del diritto di voto previste dallo statuto).
Ora la banca non sembra preoccupata di sforare su soglie mai riscontrate in precedenza, preparandosi pertanto ad approcciare verso i 6,5 punti percentuali, e diventare il primo socio della banca, con ricadute probabili sulla struttura manageriale, che andrà rinnovato nel corso della prossima primavera. Se l’operazione dovesse realizzarsi nelle misure di cui sopra, è probabile attendersi ribaltoni almeno parziali nel top management.
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