Secondo quanto afferma il Ministero dello Sviluppo Economico, sarebbero ben 230 i tavoli aperti per cercare una risoluzione alle situazioni di crisi di alcune tra le principali medie e grandi aziende della Penisola. Una situazione difficilmente sostenibile, che rischia di condurre per strada ben 300 mila lavoratori: tante infatti sono le risorse umane coinvolte in questo ben poco invidiabile scenario.
In particolare, sempre secondo quanto afferma il Ministero, dei 300 mila lavoratori dipendenti di aziende in serie difficoltà, 40 mila sarebbero quelli maggiormente indicati per perdere il proprio posto di lavoro nel brevissimo termine, contraddistinguendo un primo trimestre 2012 all’insegna dell’incremento del numero degli inoccupati.
Tra i settori più colpiti, almeno a dare uno sguardo ai casi sul tavolo del Ministero, vi sarebbero gli indotti relativi al settore dei trasporti e del tessile, seguiti da quello delle telecomunicazioni e dall’auto: settore, quest’ultimo, che contrariamente a quanto avviene dall’altra parte dell’Oceano, sembra essere ben lungi dal trovare un equilibrio.
Tra i principali grandi gruppi interessati dai tavoli ministeriali, spicca la situazione di Fincantieri e di Irisbus, cui occorre aggiungere mid e large corporate in amministrazione straordinaria da diversi anni, che non hanno tuttavia ancora risolto le proprie criticità di bilancio e di gestione.
Infine, stando a quanto affermato da una nota del Ministero, sembra che le imprese maggiormente in crisi siano quelle che non hanno uno sbocco internazionale.
“Quelle che hanno il mercato nazionale come punto di riferimento sono in grande difficoltà: il calo degli investimenti, il calo dei consumi, le difficoltà di accesso al credito, il ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione creano difficoltà maggiori per chi opera all’interno”.
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