L’Eurostat certifica il freno della produzione industriale nell’Eurozona. Stando a quanto affermato dall’istituto statistico europeo, infatti, dopo il calo del mese di settembre, il rallentamento a livello congiunturale si sarebbe fermato a 0,1 punti percentuali. Un dato negativo, ma pur sempre migliore di quello medio dell’Europa a 27 e – soprattutto – di quello italiano.
L’Eurostat dichiara infatti che la produzione industriale dell’area euro è calato di 0,1 punti percentuali ad ottobre; nell’Europa a 27 Paesi, la flessione è invece stata leggermente più grave, pari a 0,2 punti percentuali. Come sopra anticipato, il dato (pur negativo), costituisce tuttavia un miglioramento rispetto al mese precedente, visto e considerato che a settembre Eurostat aveva comunicato ribassi di 2 punti percentuali per quanto concerne l’Eurozona, e 1,5 punti percentuali per l’Europa a 27.
Sul fronte settoriale, la produzione di energia sembra calata di 0,9 punti percentuali, mentre quella sui beni intermedi è diminuita di 0,8 punti percentuali. Migliore la performance dei beni di consumo, che contengono il passo indietro in un – 0,4 punti percentuali. In controtendenza i beni di consumo non durevole, che crescono di 0,6 punti percentuali, e quelli di investimento, che aumentano di 1,2 punti percentuali.
Su base annua, dato positivo di 1,3 punti percentuali per l’Eurozona, e di uguale misura per l’Europa a 27. Tuttavia, l’elemento statistico della media rischia di nascondere le deficienze di alcuni Paesi: l’Italia vede la propria produzione industriale collare di 4,2 punti percentuali, contro un boom di 12,2 punti percentuali in Irlanda, e un calo drammatico (- 12,4 punti percentuali) in Grecia.
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