Ancora brutte notizie dai mercati finanziari: ieri, in una giornata negativa per tutte le principali piazze eruopee, Milano è stata la peggiore perdendo il 3,79% e tornando nuovamente sotto quota 15 mila punti. Una giornata nerissima che nemmeno l’ottima performance del Bot Day, ossia la giornata in cui era possibile acquistare Bot senza pagare le commissioni bancarie dello 0,30%, ha saputo rendere positiva. A trascinare giù Piazza Affari, ancora una volta, i titoli bancari, tra cui spiccano la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (che ha perso l’8,69%), Monte dei Paschi di Siena ( che ha lasciato sul terreno ben l’8,13%), Fondiaria Sai ( che ha fatto registrare un disastroso -7,84%) e il Banco Popolare (-7,65%).
Ad andare male non è stata solo Piazza Affari ma anche le altre piazze europee tra cui c’è da registrare la pessima performance di Francoforte, che ha perso il 3,36%, e Parigi che ha chiuso la giornata di ieri con un -2,61%. Come se non bastasse a rendere ancora più nero questo avvio di settimana ci ha pensato lo spread che torna sopra quota 450 punti percentuali riaccendendo la tensione sui nostri titoli di stato.
Ma da cosa è stato determinato questo lunedì di passione?
In particolare i mercati sembrano aver dato un forte peso all’annuncio di Moody’s che ha annunciato una revisione del rating dei paesi dell’Unione Europea con un possibile declassamento già nei primissimi mesi del 2012. Secondo l’agenzia di rating il vertice europeo è stato assolutamente deludente rispetto a quelli che erano gli obiettivi.
Per quanto riguarda Milano, invece, ha pesato anche l’annuncio di Mario Draghi, che ha confermato che la scorsa settimana la BCE ha più che dimezzato l’acquisto dei nostri titoli di stato sul mercato secondario passando da 3,7 miliardi di euro a 635 milioni. D’altronde c’era da aspettarselo visto che il governatore aveva già annunciato nelle scorse settimane che la BCE non avrebbe potuto continuare ad acquistare titoli di stato all’infinito.
In tutto questo marasma finanziario torna a scendere anche l’euro che si ferma a quota 1,3183 sul dollaro, ossia ai minimi dai primi di Ottobre, l’oro (che perde il 2,88%) e il petrolio che si ferma poco sotto quota 100 dollari al barile.
Come abbiamo detto l’unica nota positiva è stata determinata dal Bot Day dove la domanda è sta di gran lunga superiore ai 7 miliardi che il tesoro italiano aveva preventivato di piazzare con un rendimento leggermente più basso della precedente asta, ossia poco sotto quota 6%. Un rendimento migliore del precedente ma ancora troppo alto; proprio per questo è fondamentale cercare di farlo scendere il prima possibile per non redere vani i sacrifici degli italiani chiesti con la manovra fiscale.