Brutte notizie per le famiglie italiane: l’ufficio studi della Cgia di Mestre ha calcolato oltre 600 euro di spese in più per le famiglie italiane come effetto del decreto Salva Italia. Secondo la CGIA serviranno, di media, oltre 600 euro a famiglia per sostenere le spese relative all’Imposta Municipale Unica, aumenti della benzina, addizionali e aumento dell’iva. La brutta sorpresa è che a pagare di più in proporzione al reddito sarebbero, ancora una volta, le famiglie più povere, ossia quelle con un reddito inferiore ai 30 mila euro.
Secondo i dati diffusi dalla CGIA di Mestre in media una famiglia con un reddito annuo di di 30 mila euro e un figlio a carico pagherà circa 480 euro l’anno di nuove tasse, con un impatto dell’1,6% contro i 1483 euro in più pagati da una famiglia monoreddito con 3 figli a carico e un reddito di 150 mila euro, con un impatto dello 0’98% sul reddito.
Inoltre esistono studi paralleli effettuati da alcune associazioni dei consumatori (ma non ancora confermati in via definitiva) che hanno individuati valori ancora più alti, con un aumento della tassazione anche di più di 1000 euro l’anno a famiglia.
Si tratta di un sacrificio enorme chiesto ai cittadini specialmente in un momento come quello che stiamo attraversando dove, il continuo aumento del costo di molti beni e servizi di prima necessità insieme ad un tasso di disoccupazione elevatissimo, hanno fatto precipitare il potere di acquisto delle famiglie in maniera drammatica.
Questa considerazione viene confermata anche dall’Ocse che ha certificato come l’Italia siano uno dei paesi industrializzati con la più alta disuguaglianza nella distribuzione del reddito; ciò anche per via dell’eccessiva tassazione che finisce con il colpire maggiormente le famiglie di lavoratori dipendenti, ossia quelle che non hanno la possibilità di evadere le tasse.
Purtroppo, infatti, il decreto Salva Italia non prevede degli stravolgimenti in materia di lotta all’evasione fiscale. L’unica norma inclusa nel decreto, quella che prevede il divieto di effettuare pagamenti superiori ai 1000 euro in contanti, appare quanto mai inadeguata a risolvere un problema che è alla base del nostro pesantissimo debito pubblico.
L’evasione fiscale, sempre secondo i dati diffusi dall’OCse, vale qualcosa come 200-240 miliardi di euro all’anno. Recuperare anche solo la metà di questa somma significherebbe poter diminuire le imposte per tutti e emanare provvedimenti volti a favorire la crescita.
A questo punto il nuovo governo dovrà studiare necessariamente delle nuove norme che prevedano dei tagli significativi ai costi della politica e delle misure eccezionali di lotta all’evasione fiscale, prerogativa indispensabile per rendere maggiormente accettabili i sacrifici chiesti agli italiani.