La crisi finanziaria si sta trasformando, sempre di più, in una crisi di sistema che ha fortissime ripercussioni sull’economia reale. Non a caso, stando agli ultimi dati pubblicati oggi sul Wall stree journal, la produzione industriale è in calo in tutto il mondo ad esclusione degli Stati Uniti e della Russia dove si sono registrati dei timidi segnali di miglioramento. Gli Stati Uniti, infatti, sono tra i pochissimi paesi al mondo ad aver fatto registrare un indice manifatturiero in crescita di 2 punti percentuali su base mensile.
Un dato che ha dell’incredibile se si considera che in Cina, che da anni era considerata il vero motore dell’economia globale, si è assistito ad una contrazione della produzione industriale per la prima volta dal 2009.
Il vero problema, neanche a dirlo, è l’Europa che si appresta a vivere, secondo gli esperti, un periodo di recessione economica che farà calare ulteriormente i consumi e, di conseguenza, la produzione industriale. In un’economia sempre più globalizzata è evidente che una recessione nel vecchio continente potrebbe danneggiare profondamente anche gli Stati Uniti e la Cina con ripercussioni su livello planetario.
Come giustamente ha sottolineato anche Nigel Gault, economista di IHS Global Insight, gli Stati Uniti non sono in grado di dare slancio alla propria produzione industriale solo con i consumi interni. Proprio per questo per gli americani è fondamentale che la crisi del debito in Europa venga risolta quanto prima in modo da ridare slancio ai consumi e far tornare a correre l’economia mondiale.
Ma il problema non è solo americano ma anche Cinese, visto che a Novembre, per la prima volta dal 2009 (complice la crisi dei titoli tossici del 2008 da cui tutto è partito) l’indice di produzione è sceso sotto quota 50.
Se proviamo ad analizzare il problema da un punto di vista globale ci rendiamo conto che la ripresa non parte perchè è troppo frammentata e non vi è alcuna sincronizzazione tra le varie potenze economiche mondiali. Anche le prospettive per gli stessi Stati Uniti per il prossimo anno non sono molto floride.
Molti economisti si dicono scettici su un’eventuale ripresa negli Stati uniti valutando questi dati sull’aumento della produzione come un caso eccezzionale che potrà durare per massimo un paio di mesi prima di riprendere con i soliti sali e scendi degli ultimi mesi.
Insomma l’unica cosa che al momento appare certa è che una vera e propria ripresa economica non si vede all’orizzonte. Se tutto va bene, ci vorranno anni prima di riuscire a ridare slancio all’economia mondiale e avviare un processo di crescita che sia stabile e duraturo.