La parola d’ordine di chi opera sui listini europei sembra essere: prudenza! Dopo la spettacolare fiammata di ieri che ha portato quasi tutte le borse mondiali a vivere una giornata estremamente positiva dopo l’immissione di liquidità delle banche centrali, oggi va in scena la prudenza. Quello che sembra essere palese è che nessuna decisione del mondo finanziario e politico, per quanto importante, potrà risolvere la crisi dall’oggi al domani. Specialmente ora che la crisi si conferma essere di sistema e anche i più ottimisti cominciano ad avere paura di un contagio globale.
A peggiorare le cose arrivano cattive notizie dalla Cina, dove per la prima volta dal 2009 la produzione industriale torna ad essere in calo, segno che la crisi dei consumi in occidente è più grave di quanto non si volesse far credere.
La mossa di ieri delle Banche centrali, per quanto importante, sembra aver già esaurito l’impatto sul breve termine. Ma cosa è stato deciso esattamente?
In pratica la Federal Reserve, la BCE e le principali banche delle maggiori economie del mondo (tra cui la Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca del Canada) hanno concordato delle azioni congiunte per garantire liquidità ai rispettivi mercati finanziari. In particolare la Fed americana ha deciso di garantire liquidità di dollari alla BCE (che potrà poi girarli alle banche nazionali dei vari paesi membri) ad un costo quasi dimezzato rispetto a quanto non avvenisse fino a ieri.
Questo garantirà un maggior flusso di denaro garantendo liquidità alle banche europee, ossia a quelle che in questo momento stanno riscontrando le difficoltà maggiori a reperire le risorse sui mercati.
Il perchè di tutto questo interessamento da parte delle Banche centrali dei paesi al di fuori dell’eurozona è evidente. Come ha sottolineato anche ilsole24ore.com l’economia mondiale è sempre più globale. Nessun paese al mondo può pensare di rimanere immune da un eventuale escalation della crisi dell’Europa.
Ne sanno qualcosa l’Inghilterra e, sopratutto, gli Stati Uniti: la prima è stata indicata da molti economisti come la prossima possibile vittima del contagio, mentre la seconda sta vivendo un momento di grande difficoltà per via della bassa crescita. L’Inghilterra, secondo l’agenzia Fitch, non sarebbe in grado di assorbire ulteriori shock finanziari a causa del suo altissimo rapporto debito/pil.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il discroso è molto più complesso. L’economia americana, infatti, sta subendo lo stallo dei consumi interni e quelli relativi ai principali paesi europei. Proprio a causa di questa bassa crescita il debito pubblico americano continua a crescere a ritmi drammatici. Di conseguenza un eventuale dilagamento della crisi europea potrebbe essere fatale anche per l’economia di New York particolarmente legata a doppio filo a quella di paesi come Germania, Francia e, in misura minore, Italia.
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