Anche il mese di ottobre si è concluso in maniera deludente sul fronte delle retribuzioni. Stando a quanto affermato dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, nel corso del decimo mese dell’anno l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie si sarebbe pressochè fermato, generando una variazione nulla rispetto al precedente mese di settembre, e un incremento di 1,7 punti percentuali rispetto a ottobre 2010. L’incremento conseguito nel corso dei primi dieci mesi dell’anno è invece stato pari a 1,8 punti percentuali.
Il dato più significativo è, ad ogni modo, il confronto tra l’incremento delle retribuzioni nette, e quello dell’inflazione. Nel corso del mese di settembre, infatti, l’inflazione è cresciuta del 3,4%, il doppio dell’apprezzamento delle retribuzioni (il divario è il massimo riscontrato dal 1997), con i lavoratori dipendenti che continuano, in tal modo, a perdere potere d’acquisto.
Sul fronte del mercato occupazionale italiano, l’Istat segnala come alla fine del decimo mese del 2011 risultino in vigore 47 contratti nazionali di lavoro, riguardanti la vita professionale di 8,7 milioni di dipendenti, per il 61,7% del monte retributivo complessivo. Sono invece 31 i contratti in attesa di rinnovo, di cui la metà (16) appartenenti alla pubblica amministrazione, e riguardanti 4,3 milioni di dipendenti (di cui 3 milioni nel pubblico impiego).
Per quanto invece riguarda i vari settori lavorativi, le retribuzioni orarie contrattuali hanno fatto registrare un incremento di 1,9 punti percentuali per i dipendenti del settore privato, e di 0,6 punti percentuali per quelli della pubblica amministrazione. Gli incrementi maggiori su base annua sono relativi al settore della difesa (+ 3,7%), forze dell’ordine (+ 3,5%) e delle attività dei vigili del fuoco (+ 3,1%).
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