Il 2011 sarà ricordato come uno dei peggiori anni per chi investe in borsa. I titoli hanno perso mediamente il 30% del loro valore con punte superiori al 70%. Ma allora, dove bisogna investire nel 2012? Conviene allontanarsi definitivamente dalla borsa e mettere i propri soldi in qualcosa di più sicuro? A dire la verità in mezzo a questo disastro collettivo di aziende che hanno perso una fetta importante della propria capitalizzazione di borsa ce ne sono alcune che, invece, hanno “tenuto botta” offrendo delle buone performance.
Volendo individuare dei titoli su cui investire nel corso del prossimo anno è possibile analizzare l’andamento di questo 2011 cercando di individuare i titoli che hanno saputo mantenere il segno + per capire se possono essere in grado di confermare queste performance anche nel corso del 2012.
Inoltre delle buone occasioni si possono individuare anche in quei titoli che quest’anno hanno dimezzato il loro valore ma, godendo di una base solida, potrebbero ricominciare a correre magari già a partire dal prossimo anno. Vediamo di analizzare questi casi uno alla volta.
I migliori titoli di Piazza Affari
Come citava giustamente ilsole24ore.com, i titoli che hanno saputo mantenere le migliori performance hanno un unico comun denominatore: si tratta nel 99% dei casi di piccole e medie imprese con un debito molto ridotto e che operano in mercati emergenti (e per questo meno coinvolti dalla crisi economica).
Ma quali sono queste azioni da tenere sott’occhio nel corso del 2012? In particolare segnaliamo
1) De’Longhi: il suo titolo ha guadagnato circa il 20% dall’inizio dell’anno (da 5,840 a 7,130 euro ad azione). Certo se analizziamo le performance del titolo a 6 mesi si può notare un trand negativo (-20%) ma nel suo complesso il titolo merita di essere incluso in quelli da tenere in considerazione per investimenti di medio-lungo corso anche a seguito degli aumenti di fatturato registrati nell’ultimo anno.
2) Enervit: forse il titolo più interessante; negli ultimi 12 mesi il titolo ha guadagnato il 57% passando da 1,216 a 2,69 euro per azione. ottime anche le perfomance a 6 mesi e ad 1 mese che rispettivamente fanno registrare il 46% e il 4,32%. La società si occupa di integratore alimentari e sali minerali e, a nostro avviso, è uno di quei titoli da tenere d’occhio nel medio periodo.
3) Lottomatica: una delle pochissime grandi aziende di piazza affari (insieme a Campari e Pirelli) ad aver avuto un 2011 felice in borsa nonostante la crisi. Il titolo ha fatto registrare un +3,06% negli ultimi 12 mesi grazie ad un volume del fatturato in crescita frutto di una passione per i giochi in continuo aumento tra gli italiani.
Possibili sorprese del 2012
Tra le azioni da tenere d’occhio non si può non includere i titoli del settore bancario, ossia quelli che hanno soffferto maggiormente la crisi economica per via del forte legame che accomuna il loro destino a quello dei paesi in cui operano.
1) Unicredit: oggi il titolo Unicredit vale circa o,76 euro ad azione. Le performance negli ultimi 6 mesi sono state disastrose (-51%) ma il gruppo può vantare un processo di ristrutturazione che prevede una serie di tagli al personale e una ricapitalizzazione che avverrà nel corso del prossimo anno. Si tratta di un titolo ad alto potenziale che è consigliabile tenere sotto osservazione.
2) Banca Intesa: il titolo è quotato a 1,65 euro ad azione. Le perfomance nell’ultimo anno dicono -41% ma, anche per Intesa si può parlare di possibilità di crescita nel medio periodo.
3) Monte dei Paschi di Siena: forse uno dei titoli più interessanti. Oggi un’azione della banca si può acquistare a circa o,25 euro ad azione e le performance degli ultimi 6 mesi parlano di un vero e proprio tracollo (-66%). Il destino della banca è fortemente legato a quello del nostro paese, laddove ci sarà spazio per una crescita dell’Italia è possibile prevedere un veloce recupero del valore della banca che potrebbe tornare su valori prossimi a 0,50 euro ad azione.
Il comparto bancario è quello più esposto e direttamente influenzato dalle sorti del nostro paese. I titoli bancari devono essere seguiti con molta attenzione per poterne sfruttare eventuali ripartenze ma comportano sicuramente un elevato livello di rischio, specialmente nel caso di un default dell’Italia.
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