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FMI offre 600 miliardi all’Italia

Anche se non è stata ancora confermata dai diretti interessati sembra sia assolutamente probabile che l’FMI abbia offerto un prestito di 600 miliardi di euro all’Italia a condizioni nettamente più vantagiose di quelle di mercato. Il nostro paese, infatti, attualmente sta piazzando i titoli di stato con rendimenti intorno al 7-8% mentre l’FMI ci avrebbe proposto un finanziamento con un tasso del 4-5% massimo così da permettere a Monti di avere la liquidità necessaria per rifinanziare il debito per circa un anno e mezzo a condizioni decisamente più convenienti.

L’obiettivo dell’FMI è quello di garantire stabilità al nostro paese dando la possibilità al nuovo governo guidato da Monti di avere la serenità di effettuare tutte le misure necessarie per risanare il bilancio e far ripartire l’economia.

Questo vorrebbe dire dimenticarsi dello spread per circa 12, 18 mesi e allontanare l’ombra della speculazione sui nostri titoli di stato. Questa notizia, oltre a dare una maggiore sicurezza al nostro nuovo presidente del consiglio darà una spinta anche alle borse la cui apertura di questa mattina è molto attesa dagli operatori professionali certi che la giornata si chiuderà con un segno positivo.

Ma cosa ha spinto l’FMI a giocare questa carta?

Quello che è certo è che la paura delle istituzioni internazionali sia che possa essere l’Italia la pedina che possa portare ad un fallimento dell’euro. Aiutare l’Italia significherebbe ridare equilibrio all’eurozona garantendo maggiore stabilità nell’economia internazionale.

A ciò va aggiunto che la crisi sui titoli di stato si stava allargando anche a Francia, il cui spread era in netto rialzo, e Germania, con la sua asta di debito pubblici andata deserta per la prima volta.

L’obiettivo del cosidetto “programma Italia” dell’FMI è quello di aiutare il nostro paese per salvare tutta l’eurozona e garantire un futuro alla moneta unica. Proprio per questo, e per la necessità di reperire l’ingente somma di 600 miliardi di euro, sembra certo un coinvolgimento della BCE che dovrebbe partecipare con una quota rilevante.

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